Il giallo dei 19 cavalli morti "Non archiviate l’inchiesta"

Dopo l’udienza del gip il presidente del centro Ihp chiede lumi sull’indagine "Quel che è accaduto quando eravamo a Tignano è un caso unico al mondo"

di Ilenia Pistolesi

L’obiettivo, dopo l’udienza di fronte al gip di Pisa dello scorso dicembre, è far riaprire l’inchiesta sulla lunga scia di morte che insanguinò, dal 2018 al 2020, i pascoli di Tignano, con 19 cavalli morti d’improvviso, senza spiegazione alcuna e con le stesse modalità.

Dubbi martellanti rimasti ancora a macerare: quale fu la causa che portò alla morte di 19 cavalli, in buono stato di salute, nel centro per cavalli maltrattati e sottoposti a sequestro giudiziario gestito dalla onlus Italian Horse Protection? Perché, dal dicembre 2018 fino alll’ultimo decesso avvenuto del dicembre 2020, le domande continuano a fluire in un incaglio che non dà certezze ma sentieri ipotetici? In verità, l’unica evidenza che in questo tanto strano, quanto unico caso, ci riporta a Montaione, Comune in provincia di Firenze dove la Onlus Ihp ha deciso di traslocare per colpa di quel ‘nemico invisibile’, mai trovato, che uccise i 19 cavalli.

Ebbene, da quel trasferimento, nessun animale è più deceduto ricalcando quelle sequenze fatali tanto fulminee e agghiaccianti.

Un passo indietro: nella tarda primavera dello scorso anno, la Procura di Pisa avanzò richiesta di archiviazione sul caso, con la Onlus che immediatamente oppose ricorso. Arriviamo quindi all’udienza in tribunale del dicembre 2022: ora la Onlus attende ulteriori riscontri: l’inchiesta sarà quindi definitivamente messa in soffitta o vi saranno nuovi perimetri per riaprire le indagini?

"Dopo l’udienza del gip, pareva questione di giorni per avere una risposta riguardo quel che speriamo, l’accoglimento della nostra richiesta di non archiviare l’indagine ma continuare a scavare in questo mistero, ma ancora non abbiamo lumi a riguardo – spiega il presidente di Ihp Sonny Richichi – quel che è accaduto quando eravamo a Tignano è un caso unico al mondo, non certo da manuale. E continueremo a mettere in fila tutti gli interrogativi che sono pesanti come macigni sull’inchiesta: autopsie condotte in ritardo e non su tutti gli animali morti, decessi avvenuti nelle stesse modalità e negli stessi luoghi, al pascolo o negli hangar, esemplari sani stramazzati al suolo improvvisamente. E soprattutto quei carotaggi sui terreni mai effettuati, che avrebbero potuto dare una cornice esatta alle morti. Con un dubbio che ancora ci perseguita: il dolo che potrebbe nascondersi dietro alla mattanza dei nostri cavalli".

Già, i terreni, il punto più debole dell’intera inchiesta insieme agli esami mai effettuati per rilevare presenze di cianuro: misteri mai sondati che invece avrebbe potuto svelare quei segreti che hanno trasformato i pascoli di Tignano in una scena di morte.