Il caso di via Rospicciano Brogi: "Presto la firma per liberare il palazzo"

Auditorium Meliani affollato per accogliere il consiglio comunale aperto. Il primo cittadino illustra l’iter per gli sfratti. Le accuse della minoranza.

Il caso di via Rospicciano  Brogi: "Presto la firma  per liberare il palazzo"

Il caso di via Rospicciano Brogi: "Presto la firma per liberare il palazzo"

di Sarah Esposito

È un’intera platea che chiede al consiglio comunale di Ponsacco spiegazioni per una situazione che da sette anni attanaglia la cittadina. Ieri sera si è svolta all’uditorium Meliani l’assemblea aperta sulla questione di via Rospicciano. Comincia la sindaca Francesca Brogi, che in una lunga relazione ripercorre le vicende del palazzo rosa. "Un consiglio che ho voluto indire per confrontarmi su un tema centrale – apre la prima cittadina – perché mi preme ribadire le attività per contrastare la nascita di un ghetto in quello stabile e le soluzioni proposte. In più mi preme fare chiarezza sulle notizie false emerse in questi anni". La storia è lunga. Si comincia con la costruzione del palazzo da parte della Futura Immobiliare nei primi anni del 2000 e poi il contenzioso con il Comune e l’arrivo delle prime famiglie macedoni alla fine del 2016 provenienti dal campo rom di Oratoio prima e di Navacchio e Ospedaletto poi. E poi le interrogazioni parlamentari, le tante pec scritte dalla sindaca Brogi, che cita al microfono una dopo l’altra, destinate alle vare istituzioni. Infine gli ultimi capitoli della vicenda: i contratti d’affitto tra la proprietà e le famiglie decaduti e l’inizio degli sfratti. Quattro fino ad oggi. "Siamo in attesa di firmare un protocollo d’intesa – conclude la sindaca – tra Comune Società della salute e Regione per dar via al progetto di ricollocamento. Abbiamo ottenuto il finanziamento della Regione per farlo, progetto che dovrà seguire i tempi degli sfratti". I consiglieri di opposizione rispondono al resoconto della prima cittadina con i titoli di giornale apparsi in questi anni. "Forse scrivere una pec – controbatte Gianluigi Arrighini del M5S – è un po’ poca cosa. Poteva essere fatta un’azione politica più incisiva". Tra i primi cittadini a prendere la parola c’è Gabriele Gasperini che nell’ultimo anno ha portato avanti una vera e propria battaglia per portare alla luce la questione: "I problemi sono stati costantemente bypassati per cui alla fine i problemi sono diventate le segnalazioni stesse e chi le faceva. Ma la domanda che ci facciamo tutti è: quali sono le tempistiche per la liberazione del palazzo?".

A dare voce al commercio è Alessandro Simonelli, presidente di area vasta di Confcommercio con un’attività proprio nel palazzo rosa: "Faccio un appello a tutti affinché la soluzione possa essere condivisa. I problemi ci sono e da tempo, ma dobbiamo risolverli insieme". Un’assemblea accesa su un tema sentito. Una questione che comprende ordine pubblico, sicurezza, ma anche tutti gli aspetti che riguardano l’integrazione delle 55 famiglie presenti nello stabile. "I tempi non li decide l’amministrazione – conclude la sindaca – ma i curatori fallimentari. I tempi? Probabilmente entro un anno. Siamo tenuti a intervenire per fornire soluzione abitativa ai nuclei fragili".