CARLO BARONI
Cronaca

Pelle fra dazi e dollaro, comparto in affanno. “Alti e bassi repentini non aiutano la ripresa”

L’analisi di Loris Mainardi (Filctem Cgil) a pochi giorni dalle ferie: “In queste settimane qualcosa si è mosso, un po’ di lavoro è rientrato, e anche la cassa integrazione registra una flessione: ma l’andamento è schizofrenico”

Il settore delle pelle resta in una tenaglia difficile, stretto fra ripresa non sicura, dazi di Trump e conseguenze del regolamento antideforestazione della Ue: l’analisi di Loris Mainardi di Filctem Cgil Toscana

Il settore delle pelle resta in una tenaglia difficile, stretto fra ripresa non sicura, dazi di Trump e conseguenze del regolamento antideforestazione della Ue: l’analisi di Loris Mainardi di Filctem Cgil Toscana

Pontedera, 16 luglio 2025 – Senza certezze, marce avanti repentine e poi frenate. Alti e bassi. In spazi temporali brevi. A volte anche brevissimi. In mezzo più di una spada di Damocle: i dazi Usa dal primo agosto, la svalutazione del dollaro, il decreto antideforestazione che rischia di “uccidere la filiera”, dice Loris Mainardi (Filctem Cgil Toscana) che, a pochi giorni dalle ferie, fa il punto sul mondo della pelle e il conciario, a conclusione di un semestre difficilissimo nel quale i nodi irrisolti per il comparto sono tantissimi.

A che punto siamo? “In un fase sempre molto complicata e sempre più difficile da leggere – spiega Mainardi –. In queste settimane qualcosa si è mosso, un po’ di lavoro è rientrato, e anche la cassa integrazione registra una flessione: ma l’andamento è schizofrenico, un continuo succedersi di stallo e ripartenze. Con questo andamento è impossibile per le aziende fare previsioni e soprattutto avere un quadro certo su cui lavorare e costruire la ripartenza”. Una ripartenza concreta che per il momento non c’è.

“Come ci ritroveremo a settembre è difficile dirlo: il mondo del conto terzi è in fortissima sofferenza – aggiunge Mainardi –. Le scelte di Trump rischiano di avere un peso importante. Ma altrettanto peso, e se ne parla poco, è la svalutazione del dollaro i cui riflessi rischiano di essere anche più pesanti del dazi. Poi il nodo del regolamento antideforestazione che entrerà in vigore il primo gennaio”. Su questo Mainardi ha una visione chiara: “Non contesto il senso del decreto, non devono farci paura le politiche di sostegno all’ambiente, noi, in Italia e in questo distretto, siamo dei maestri sul tema ambiente – aggiunge –. Il punto chiave è un altro ed è determinante: il decreto, così com’è, colpisce solo la pelle finita. Ma non il prodotto finito, aprendo il campo a scenari inquietanti. La pecca, grave, e per il comparto pericolosissima, è il fatto quindi che lo stesso regolamento, non colpisce il prodotto finito come secondo me dovrebbe. Per questo deve essere rivisto”. “Quindi – conclude – siamo davanti a fattori che rischiano di travolgere il settore. E’ con tutte queste incognite che ci avviciniamo a grandi passi alle ferie”.

Intanto la mobilitazione è in pieno svolgimento: diciotto ministri dell’agricoltura dei Paesi Ue (su 27 Paesi membri) hanno inviato una lettera alla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen per chiedere una rapida semplificazione del Regolamento anti-deforestazione che può mettere a rischio la competitività di interi comparti, incluso il conciario. Che da mesi lancia l’allarme.