
Valanga di fango, tronchi e pietre: "Non so come ci siamo salvati"
E’ stata una specie di valanga di acqua, tronchi d’albero, grosse pietre e detriti, scesa giù dalla collina durante il violento nubifragio della tarda serata del 2 novembre, a distruggere completamente a Montemagno una parete dell’abitazione di una famiglia. "Una casa ristrutturata da poco, con gli infissi nuovissimi. Fortunatamente i miei genitori non erano ancora andati a letto, altrimenti sarebbero rimasti schiacciati – racconta Maria Chiara, figlia di Claudio e Rina Magni, che ancora non sanno come abbiano fatto a scappare fuori mentre anche la porta di cucina veniva colpita dall’ammasso di materiale boschivo –. Tutti i tronchi enormi degli alberi poi sono piombati verso la casa di sotto, facendola allagare e circondandola tanto da rendere ’prigioniera’ la famiglia che ci abita".
Momenti di terrore, sia per la famiglia Magni, che ha lasciato subito la casa distrutta trovando ospitalità dai parenti vicini, che per l’altro nucleo familiare coinvolto, che fino al giorno dopo non ha avuto la possibilità di uscire e di spazzare via l’acqua. "A causare la grossa frana è sata l’enorme quantità di acqua piovana che si è raccolta nella cava cosiddetta del ’Conchino’,ì dismessa da tempo immemore e ricoperta ormai di vegetazione – spiega Maria Chiara – questa ha fatto l’effetto di una diga che alla fine è crollata, trascinando macigni, che a loro volta hanno portato giù alberi dal tronco imponente".
Tra l’altro questo disastro ha danneggiato l’acquedotto lasciando senz’acqua tutta Montemagno. "La mattina sono venuti tantissimi volontari per aiutare a liberare dai tronchi e dai massi anche con i propri mezzi, una vera catena umana di solidarietà – ricorda con piacere –. Ma adesso la casa dei miei genitori non è agibile, anche se il Comune ha mandato ruspe e muratori per tamponare la situazione; inoltre c’è un alto rischio che vengano giù altre frane dalla collina perché la situazione non è stabile".
Grossi problemi anche per un’altra abitazione sempre per gli smottamenti a Montemagno, che essendo vicina al corso d’acqua è stata investita da bosco e detriti, che si sono portati dietro un pezzo della proprietà, la scala in cemento e la recinzione. Sul posto è intervenuto anche un geologo del comune di Quarrata per tutte le valutazioni del caso.
Sorte analoga anche su un altro lato della collina, a Colle. Qui è tracimato il rio Barberoni, facendo un accumulo di rocce e vegetazione e finendo poi per scavare sotto il muro della sponda, al confine con l’abitazione della famiglia Tarocchi. La loro casa è stata investita da un ammasso di acqua e detriti che ha distrutto completamente i locali del pian terreno, mettendo fuori uso anche gli impianti. "La cucina non esiste più – raccontano Renata e Lamberto Tarocchi –, da giorni siamo costretti a farci ospitare. E abbiamo perso anche tutta l’attrezzatura e le riserve dell’azienda agricola. Un grosso grazie va alla squadra degli ’Orsi’ del Rugby Pistoia e a tutti giovani amici dei miei figli che sono venuti ad aiutarci in questo brutto momento".
E si ripropone il problema della mancanza di manutenzione della collina: "E’ vero che si è trattato di un evento straordinario, ma si potevano limitare i danni. Sono decenni che denunciamo la trascuratezza in cui viene lasciato il territorio collinare – fa presente Renata – Occorre ripensare la manutenzione di tutto il paesaggio del Montalbano, dei rii che lo percorrono, del patrimonio boschivo".
Guai grossi anche per la viabilità: dopo la catastrofe la strada dei Riacci è chiusa e frane hanno interessato le strade che salgono su per il Montalbano. La Statale Fiorentina, come noto, è interrotta nel tratto da Ponte Torto al centro di Catena.
Daniela Gori