REDAZIONE PISTOIA

Un pigiama party contro la violenza di genere

E’ lo spettacolo che la compagnia amatoriale "Le gatte dotte", diretta da Lucia Padovani, presenta questa sera al concorso "Rafanelli"

Un pigiama party contro la violenza di genere

Un gruppo di amiche d’infanzia decide di ritrovarsi e di fare un pigiama party per passare insieme una serata all’insegna dell’allegria e della nostalgia. Un ritrovo che le unirà e le dividerà, che farà riaffiorare ricordi felici, ma anche imbarazzanti. E’ così che lo spettacolo "Pigiama party-Il gioco dei ricordi", in scena stasera, giovedì 22 febbraio, alle 21.15, al teatro della Casa del popolo di Bottegone, porta l’attenzione sulla violenza di genere. Una vicenda che tiene inchiodato lo spettatore. La promotrice del "Pigiama party", Lucia, ha portato un gioco da tavolo che ha trovato in un mercatino e lo vuole usare per animare la serata. Si chiama "Il gioco dei ricordi": ciascuna giocatrice dovrà muoversi con un animale totem e, grazie all’aiuto di un dado, arrivare al traguardo. Da quel gioco scaturiranno momenti ludici, difficili, imbarazzanti e terribili, perciò ci saranno risate, pianti, litigi e riappacificazioni. Questo pigiama party unirà e dividerà il gruppo di amiche come non era mai accaduto. Però, alla fine, nessuna sarà più la stessa e nessuna sarà mai più sola. Un lavoro scritto e diretto da Lucia Padovani, pistoiese, e portato in scena dal gruppo teatrale “Le gatte dotte“, dell’Associazione Nova Humanitas di Pistoia, con Viola Angiolini, Sabrina Casullo, Monica Cavalieri, Mary Fortino, Martina Maffii, Marcella Matteoni, Paola Nieri, Irene Tombelli e la partecipazione straordinaria di Chiara Calzolari. Lo spettacolo è in gara al concorso teatrale per compagnie amatoriali "Fabrizio Rafanelli". Lucia Padovani spiega come è nato questo lavoro: "Per molti anni mi sono vergognata di parlare di violenza di genere, anche perché impegnarsi in qualsiasi altra piaga sociale creava molta più aggregazione. Col tempo, ho compreso che è più semplice discutere di guerre, di stragi o qualsiasi altra infamia, visto che, in questa realtà storica e sociale, nessuno vuole correre il rischio di identificarsi. Trovo sconcertante la sufficienza con cui la violenza viene trattata. Credo che – sottolinea Lucia –, da un punto di vista umano, in questa assenza di giustizia, ci si perda tutti quanti. La netta convinzione che sia qualcosa che accade ad altre, che non ci potrebbe mai sfiorare, è angosciosamente palpabile. Mi sono chiesta: come far capire che non è così? Allora ho pensato che l’unico modo fosse metterla in scena, con la speranza che questo ci permetta di scuotere gli animi".

E’ una commedia in cui si lascia spazio anche all’aspetto più comico delle relazioni fra donne: otto amiche si mettono a confronto cercando di superare i problemi di crescita, generazionali e di comunicazione, cercando di superare l’imbarazzo, la rabbia, la disperazione e perfino il disprezzo. "Sono otto storie vere – conclude la regista – che io ho intrecciato per cercare di far capire quanto male si possono fare le donne da sé stesse e fra loro. Otto storie da vivere per permettere finalmente al dolore di guarire. Otto storie, anzi nove, narrate per voi, per chi non vuole più chiudere gli occhi e ha deciso di mettere a tacere ogni pregiudizio".

Piera Salvi