Un itinerario Marino Marini, che celebri l’artista in modo scollegato dal suo museo pistoiese, che continui ad omaggiarlo nonostante quelle porte chiuse ormai da tre anni. Perché Pistoia è Marino e Marino è Pistoia e tracce di lui esistono anche altrove: dal Miracolo nel cortile di Palazzo di Giano alle opere presenti nella Cappella del Tau, fino alla Pomona nelle collezioni del Novecento di palazzo de’ Rossi e alle opere custodite al Fabroni. Più di qualcosa che, insomma, merita e giustifica la visita alla città nel nome del maestro. Ad auspicare che venga intrapresa questa direzione è lo storico Claudio Rosati, in rappresentanza dell’associazione Amici della politica di Pistoia che con un suo intervento scritto riaccende luci e microfoni sull’affare Marino e la querelle in corso con la Fondazione, tornando stavolta a parlare dell’artista prima che del museo.
"A partire da Marino Marini e dalla fondazione a lui intitolata il Comune di Pistoia, in collaborazione con altri enti pubblici e privati locali, può elaborare un ambizioso e sostenibile progetto culturale dedicato al ‘900 italiano – dice Rosati, auspicando dialogo e comunicazione tra enti –. Importante è promuovere, fin dai prossimi mesi, un itinerario denominato ‘Marino Marini a Pistoia’ che, in attesa dei necessari accordi, mantenga viva e promuova la conoscenza delle opere del maestro attualmente presenti in città, rendendole facilmente e stabilmente accessibili al pubblico. L’individuazione e l’allestimento dell’Itinerario può, fra l’altro, contribuire a superare o, comunque, ridurre le persistenti difficoltà di dialogo e offrire un’importante opportunità confronto fra la Fondazione Marini e il comune di Pistoia, confermando il decisivo valore di comportamenti collaborativi allo scopo di assicurare la conservazione, la tutela e la valorizzazione dell’opera dell’artista". A favore di questa opzione una serie di aspetti che la rendono facilmente praticabile: le competenze dei musei pistoiesi già solida (da rinforzare "caso mai con la collaborazione delle università") e la tempistica, che rende questo itinerario realizzabile "subito", senza "vincoli da rispettare, né piani antincendio da attuare".
"Parliamo di un itinerario vivo, con un centro che documenti visivamente l’intera opera dell’artista e con attività rivolte a ogni fascia di pubblico riprendendo il filo di quelle avviate nel tempo e che hanno portato generazioni di bambini e bambine pistoiesi ad avvicinarsi ai linguaggi dell’arte moderna tramite i cavalieri e i giocolieri di Marino – conclude Rosati –. Un’azione di educazione al patrimonio doverosa per chi ha la responsabilità diretta dell’eredità del Maestro".
l.m.