Pistoia, 13 settembre 2024- Il mix è di quelli che funzionano e attecchiscono: il verde, il centro storico, l’intrattenimento sì ma anche la divulgazione, ma soprattutto il gruppo, quello che – di anno in anno sempre più ampio – lavora convintamente a un obiettivo. ‘Solo’ undici edizioni, eppure innegabilmente un altro parco in città per Confcommercio Pistoia-Prato è una formula da assumere a modello. Tutto quindi perfettamente funzionante? Non proprio, secondo il direttore della Confederazione, Tiziano Tempestini. Perché, calato il sipario sul ’pratino’, il meccanismo promozionale si dimostra inceppato. A potenziale (e talvolta reale) danno della città tutta.
Direttore Tempestini, ‘Un altro parco in città’ dimostra nella crescita d’essere un successo ancor prima di essere iniziato…
“Questo è un evento che si consolida, che trova nei soggetti che lo sostengono una vera e propria rete codificata in un protocollo d’intesa che vede allo stesso tavolo oltre a Confcommercio, Giorgio Tesi Group, il Comune di Pistoia, dallo scorso anno Coldiretti e da questa edizione la Fondazione Caript. Oggi possiamo dire che Uapc ha messo la freccia e comincia un percorso ancor più strutturato per rivolgersi sì ai pistoiesi, ma anche per parlare di sé all’esterno. In Uapc c’è tutto: il settore economico caratteristico pistoiese, la città murata, la collaborazione del mondo della somministrazione. E ciò accade in una logica culturale sui temi più stringenti. Insomma, un evento di valore capace di potenziarsi ancora”.
Gli eventi sono ancora capaci di trainare il commercio?
“Da sempre Confcommercio punta su questa politica e lo evidenzia puntuale a tutti gli stakeholder delle amministrazioni. Restando in Toscana, se guardiamo a Lucca o anche ad Arezzo vediamo come degli eventi e dell’ambizione a essi correlati le due città abbiano fatto la loro cifra. Parliamo di due città che nel tempo hanno saputo mettere una bandierina sulla mappa toscana, evidenziandosi come destinazione che non solo hanno qualcosa da dire, ma lo sanno anche dire e fare, mettendoci cuore, passione e voglia di fare. A Pistoia questo si vede meno. Un rischio, in termini di competitività”.
Come si esce dall’impasse?
“Abbiamo terminato il fiato: occorre costruire una Dmo e il concetto di destinazione turistica, altrimenti saremo incapaci a tenere il passo di tante altre città. C’è poi un altro tipo di esigenza, che riguarda forse più una relazione con la Regione Toscana e la valorizzazione delle reti commerciali delle città. La politica dei Centri Commerciali Naturali oggi è superata. In alcune regioni d’Italia si parla di Distretti del commercio, sottintendendo come il settore sia fondamentale per la vitalità della città. Prossimità, qualità, disponibilità, tutti elementi che fanno la differenza nella percezione della città stessa. Occorrono risposte, o sarà troppo tardi”.
linda meoni