
Segue dalla prima
Partiamo dalla visita del presidente del Brasile. La città ha scelto di manifestare in modo forte, chiaro e diretto il proprio dissenso. "Non è una visita gradita" ripetono da giorni partiti di centrosinistra, associazioni e mondo cattolico. Arci, Libera, Anpi e Cgil hanno anche organizzato una cerimonia alternativa nel pomeriggio del 2 novembre, quando se ne sarà andato, mentre in piazza Duomo la mattina ci sarà una manifestazione di protesta in contemporanea alla visita di Bolsonaro. Il sindaco non ci sarà, considera legittime le proteste e spera che non si perda il significato della commemorazione. La città sta dimostrando maturità democratica, scegliendo proprio questo: rispetto e onore per chi ha combattuto per la sua libertà durante la seconda guerra mondiale, i soldati brasiliani, e civile contestazione di chi oggi guida il Brasile per le sue politiche.
Questi però non sono soltanto i giorni di Bolsonaro. Proprio il 2 novembre, e per questo Tomasi non sarà alla cerimonia commemorativa a San Rocco, è in programma una riunione in Regione per le linee guida del Pnrr. Sono soldi fondamentali anche per il rilancio e il sostegno del territorio pistoiese, sul quale incombe l’incubo, dati Cgil aggiornati a settembre, di 2500 potenziali licenziamenti con la fine del blocco. Tomasi l’altra sera, intervenendo a "Il segno dei tempi", ha contestato "il metodo sbagliato" applicato finora per gestire le risorse dall’Europa, spingendo invece sulla strada dei progetti e prospettando a Giani, Pnrr o no, un tavolo sulla mobilità che coinvolga Hitachi, ormai in grado "di garantire non solo i treni ma tutta l’infrastruttura ferroviaria". Tavolo che, nella sua idea, potrebbe anche dare concretezza alla metrotranvia Firenze-Pistoia, peraltro immaginata finora soltanto fino a Prato. "Perché bisogna pensare ad Alstom (la concorrente di Hitachi, ndr) quando abbiamo un’azienda del territorio che fa lavorare 1600 persone?", ha detto il sindaco venerdì sera. Hitachi è in salute, ma se l’idea di Tomasi trovasse una sponda il lavoro a Pistoia potrebbe moltiplicarsi ancora.
Il tentativo rientra nella volontà di accrescere un lascito politico che Tomasi considera già positivo: "Il mio obiettivo è lasciare la città meglio di come l’ho trovata e in parte penso di esserci riuscito". Per l’ufficialità della ricandidatura ha dato appuntamento a fine anno. "Adesso non ci penso, lavoro a testa bassa per la città". Del resto, non deve convincere nessuno nel centrodestra, visto che i partiti non aspettano altro che il suo sì, semmai può essere vero il contrario. Tomasi l’altra sera non ha escluso ad esempio una ricandidatura con una lista civica, modello Grosseto, ma non ha scaricato nemmeno i partiti: "Da tutti ho avuto qualcosa e siamo convinti del lavoro fatto". Ha escluso invece pensieri diversi, ovvero che la sua sia una tattica attendista per capire se per lui ci può essere spazio a Roma: "Non ci penso, adoro la politica locale e non lascerei la mia città ad un altro".
Dovrà riconquistarla probabilmente contro Federica Fratoni, spinta dal suo Pd e gradita a Iv e Azione. Il centrosinistra ha però il problema della coalizione: grillini da una parte, renziani e partito di Calenda dall’altra, sono ai ferri corti. Il Pd, il tempo c’è, spera di non dover scegliere, ma non lo può nemmeno escludere. Autunno caldo, dicevamo. E lo sarà sempre di più.
Leonardo Biagiotti