REDAZIONE PISTOIA

"Studenti a casa scelta sbagliata Non l’accetto"

La dirigente scolastica Angela Desideri fa sentire tutta la rabbia delle scuole,

di nuovo chiuse a Pistoia dopo un anno di pandemia. Desideri guida l’istituto comprensivo Bartolomeo Sestini di Agliana, quasi duemila alunni (dall’infanzia alla secondaria di primo grado) e 230 insegnanti.

"Sono una dirigente stufa di sentir dire che la scuola è al centro dell’interesse politico – afferma –. I fatti purtroppo non lo dimostrano. Né la scuola, né le giovani generazioni sono al centro dell’interesse dei politici. Rispetto rigorosamente leggi e regole ma questa nuova chiusura non la condivido".

Perché no?

"Se un anno fa potevo accettare la chiusura delle scuole e di ogni attività non essenziale come risposta immediata all’emergenza pandemica che ci aveva colto di sorpresa, adesso non l’accetto più, perché 365 giorni sono tanti e in un Paese civile dovrebbero essere sufficienti per portare avanti scelte sostenibili per la popolazione".

Come ha vissuto l’istituto Sestini quest’anno?

"Sempre all’attacco per garantire il diritto all’istruzione. All’inizio non è stato facile chiedere il grande impegno necessario per la didattica digitale integrata. Ma c’è stata grande collaborazione tra insegnanti. I contagi registrati tra gli alunni ed i docenti sono avvenuti fuori dall’ambiente scolastico e non si sono propagati. La scuola non alimenta focolai, lo sappiamo bene tutti noi che la viviamo quotidianamente. Se è l’indotto esterno alla scuola che crea il pericolo, mi aspetto che su quello si vada a lavorare e a compiere scelte anche drastiche, se necessarie".

E’ stato difficile far accettare ad alunni e genitori il rispetto delle regole con le lezioni in presenza?

"I bambini rispettano le regole. Non ho riscontrato particolari problemi nei genitori, anzi si è rafforzato il dialogo scuola-famiglia".

Ha timori per il futuro delle giovani generazioni?

"Sì. Stiamo bruciando il futuro di bambini e ragazzi ai quali abbiamo sottratto l’infanzia e l’adolescenza, ma anche di giovani studenti universitari che usciranno con un titolo di studio che non attesta competenze realmente possedute, perché ottenuto in ambiente solo virtuale. Ci rendiamo conto di quanto sono vuote una scuola o un’università così? E i nostri giovani sono anche privati dello sport, della musica, della cultura, delle esperienze di aggregazione in ambienti che potrebbero applicare protocolli anti-contagio. Prova ne sono le palestre aperte dove si fanno sport non di contatto".

Qual è il suo auspicio?

"Che venga accelerata la campagna vaccinale e obbligare tutti al rispetto

dei protocolli. Come cittadini, per una causa dalla quale dipende il nostro futuro, possiamo cercare di essere rispettosi, indossare la mascherina ed evitare di ammassarci gli uni agli altri?".

Piera Salvi