LINDA MEONI
Cronaca

Dialoghi di Pistoia al via. Scienza, evoluzione e inclusione. Folla per l’apertura di Pievani

Tutto esaurito in piazza Duomo per il primo atto della sedicesima edizione del festival di antropologia "Piaccia o no, Il nostro dna è africano. ’Ibridarsi’ fa bene, ci rende più robusti e meno vulnerabili" .

La cornice di pubblico (Acerboni/fotoCastellani)

La cornice di pubblico (Acerboni/fotoCastellani)

La seppia? È più lungimirante dell’homo sapiens. E l’alce irlandese? Ci assomiglia, con la differenza che mentre questa si autodeterminava (come abbiamo fatto noi, evolvendoci) facendosi crescere incredibilmente le corna, non si accorgeva dell’ambiente intorno che cambiava, scrivendo così la propria condanna. È uno show che parla di scienza e evoluzione abbandonando lo schema accademico, come sa ben fare Telmo Pievani, filosofo della scienza che ha aperto la sedicesima edizione dei Dialoghi di Pistoia ieri in piazza Duomo.

Appassionante il suo monologo che non è mancato di aprirsi con una frecciatina ironica: "Premessa: questa sera dirò un sacco di volte le parole ‘diversità’, ‘inclusione’. Ti chiedo scusa sin da ora, Donald…". Il riferimento è ovviamente al presidente americano Donald Trump, la cui crociata "antiscientifica" è stata menzionata più d’una volta da Pievani. "Fino a quindici anni fa avevamo una visione molto povera di come le cose erano andate veramente decine di migliaia di anni fa. Quanto non sapevamo, quanto ignoravamo – ha detto Pievani rivolgendosi al pubblico -. Il viaggio inizia da qui, da quanto abbiamo scoperto negli ultimi anni e da quanto ancora resta da scoprire. Siamo nati in Africa, tra i 200 e i 300mila anni fa. Il nostro dna è africano. Per la prima volta quindici anni fa è stato scoperta una specie umana non dallo studio dei fossili, ma dei geni: sequenziando una punta del mignolo appartenuta a una ragazza vissuta decine di migliaia di anni fa in una grotta dell’Asia. Da qui una sequenza di nuovi misteri che la scienza sta cercando di sbrogliare".

Tra ‘fake news’ scientifiche, coabitazioni, e ibridazioni fino a poco tempo fa impensate - "ibridarsi fa bene, ci rende più robusti, meno vulnerabili" -, Pievani ha condotto il monologo verso i temi della cooperazione e della crisi di convivenza, una "policrisi" per via di quell’alimentarsi reciproco che si verifica tra le crisi stesse. "Questo naturalmente ci preoccupa molto, nella sua declinazione climatica, a proposito di biodiversità - ha sottolineato il relatore -. Andiamo verso i famosi e temuti due gradi di aumento delle temperature, con il Mar Mediterraneo che lo scorso anno ha raggiunto i trentuno gradi di temperatura superficiale. Ai Tropici con queste temperature le barriere coralline si sbiancano". E poi il ‘suo’ tema, la trappola evolutiva, il ‘debito ambientale’ che si trasferisce alle generazioni dopo di noi e quella nostra inabilità a stare al mondo.

A precedere Pievani i saluti del sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi e dell’ideatrice del festival Giulia Cogoli, con le parole del presidente di Fondazione Caript Luca Gori alla sua prima edizione dei Dialoghi. "Questo festival ha cancellato il confine tra chi lavora per il pubblico chi per il privato, tra professionisti e volontari, generando un senso di comunità bellissimo che merita molto più di una menzione. Tante sono le domande che ci faremo in questi tre giorni, tante anche quelle per le quali non troveremo risposta. La bellezza starà nella condivisione di spazi, luoghi, tempo. Torneremo a casa anche noi come Fondazione pieni di quesiti e di voglia di rispondere alle sfide".

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