
La SS12 dell’Abetone e del Brennero
Pistoia, 17 luglio 2025 – (di Saverio Melegari) Con la colonnina di mercurio che sale, l’Appennino tosco-emiliano è preso d’assalto, così come in inverno per raggiungere le piste da sci di Abetone e Doganaccia. Ma il tempo sembra essersi fermato per le infrastrutture, con le strade che sono quelle di due secoli fa. Non siamo ai livelli di Annibale che valica l’Appennino ma nemmeno a tunnel e viadotti per fluidificare il traffico e così bastano cantieri, frane, interruzioni e ripristini per mandare in tilt l’intera montagna pistoiese. Negli ultimi weekend non sono mancate le lamentele: c’è chi ci ha messo 40 minuti per percorrere pochi chilometri. E poi i vari dissesti: fra inverno e primavera la SS12 dell’Abetone e del Brennero che sale dalla Lucchesia e si tuffa nel Pistoiese proprio a La Lima quando incrocia la SS66 Modenese è stata teatro di numerose frane. Per ovviare a tutto ciò, negli ultimi giorni su precisa indicazione della Prefettura, è stato convocato un tavolo tecnico con Anas, Enel Green Power e le amministrazioni comunali di Abetone Cutigliano e San Marcello Piteglio per cercare di trovare una soluzione: spostare i lavori a settembre. “Questa programmazione ha permesso la simultanea rimozione di un senso unico alternato e di tre postazioni semaforiche – ha specificato la prefettura di Pistoia – assicurando la ripresa della circolazione sull’intera carreggiata nel tratto interessato: i sindaci hanno espresso soddisfazione per aver trovato una soluzione condivisa e sostenibile”. Oltre a questi vanno aggiunti altri cantieri che, per il momento, sono sospesi come quello poco sopra Pistoia in località Borghetto, sempre sulla Modenese che creava lunghe code. Cambiando versante non è che la panoramica migliori: da Pistoia, infatti, si sale anche verso il Bolognese lungo la Porrettana (SS64) dove, oramai da anni, ci sono ben tre semafori, tutti nel tratto compreso fra Signorino e Taviano. Se è vero che Anas ha speso ingenti somme per la manutenzione straordinaria del traforo della Collina, ben 8 milioni di euro, è altrettanto evidente che vanno avanti gli interventi per la messa in sicurezza di alcuni ponti per la terza estate consecutiva. Per fortuna sono stati tolti gli altri semafori che erano presenti da Taviano a Ponte alla Venturina perché, nel frattempo, i lavori di consolidamento di alcune frane sono conclusi. Ma anche salire su questo versante è complesso e i tempi si allungano.
(di Linda Meoni) – Rilancio e ripopolamento. Parole che ricorrono allo sfinimento quando si parla di montagna. E che però alla fine, per quanto necessarie, fanno i conti con un dato: senza interventi e infrastrutture quella montagna resta posto per pochi. Il pensiero va subito lì, a quella viabilità disastrata che solo negli ultimi tempi ha collezionato un numero non più ignorabile di frane e smottamenti che ne hanno impedito la regolare percorribilità con semafori che da queste parti spuntano come (o più) funghi. E dire che qui, lungo la Statale 66 ovvero la Modenese, nel tratto che da Pistoia conduce fino alla patria dello sci, Abetone, quand’è stagione di funghi se ne trovano. E parecchi. A riportare in auge l’intramontabile questione oltre alla cronaca quotidiana che quei disagi e nuovi eventi li racconta costantemente, sono Confcommercio e Consorzio Apm-Abetone e Montagna Pistoiese, ormai sfiniti dalle continue interruzioni che finiscono per scoraggiare chi verso quelle zone va per piacere e per deprimere chi invece in quei territori vive e ha investito. «La viabilità della montagna pistoiese – esordisce il direttore di Confcommercio Pistoia Prato, Tiziano Tempestini – sembra rimasta ferma a duecentoquaranta anni fa. Oggi le potenzialità di sviluppo competitivo di un intero territorio sono mortificate dalla totale assenza di un piano di investimenti adeguato. Parliamo di una comunità che, tra San Marcello Piteglio e Abetone Cutigliano, conta quasi diecimila residenti e mille aziende. Un tessuto che per vocazione turistica d’estate e d’inverno, non può essere lasciato a sé stesso. Anzi, merita supporto e valorizzazione. Già nel 2014, attraverso un convegno organizzato dall’Associazione con La Nazione, ragionammo di viabilità montana, avanzando ipotesi praticabili poi mai messe in atto. Era una questione già urgente undici anni fa, figuriamoci ora». A incalzare ci pensa Rolando Galli, presidente del Consorzio Apm che ricorda: «A parte l’asfaltatura, gli unici interventi significativi risalgono a quindici anni fa nel tratto Capostrada–Le Piastre, e a dieci anni fa nell’Oppio–Limestre. Lavori opportuni, ma che non hanno affrontato il nodo principale». A poco è servito lo studio di un tracciato alternativo che avrebbe dimezzato i tempi di percorrenza tra Pistoia e la Montagna, vecchio quindici anni e finito rapidamente in un cassetto, «lasciando la montagna pistoiese – conclude Galli - sempre più isolata». In ripristino, aggiornano Tempestini e Galli, la frana del Borghetto, mentre è risolta quella della diga di Tristino, «ma sul versante lucchese restano ancora quattro semafori attivi, senza che una reale soluzione si intraveda all’orizzonte».