Staffette partigiane, una vita fatta di pericoli Le giovani che rischiarono la vita per la libertà

Nascondevano le armi e portavano le informazioni. Furono 70mila quelle nei. gruppi di Difesa della donna.

Staffette partigiane, una vita fatta di pericoli  Le giovani che rischiarono la vita per la libertà

Staffette partigiane, una vita fatta di pericoli Le giovani che rischiarono la vita per la libertà

Le staffette partigiane erano spesso giovani donne tra i 16 e i 18 anni. Dovevano passare inosservate, infatti vestivano in modo comune, così da trasportare in segreto armi, munizioni e informazioni. Garantivano i collegamenti tra le varie brigate, portavano le direttive del centro di comando e mantenevano i contatti fra i partigiani e le loro famiglie. Questi collegamenti furono indispensabili, senza il loro contributo tutto sarebbe stato più difficile durante la Resistenza.

Talvolta la staffetta ricopriva anche il ruolo di infermiera, poiché teneva i contatti con il medico e il farmacista (nella foto, la partigiana Lea Contini). Fare la staffetta era molto pericoloso perché ci si spostava senza armi, percorrendo chilometri in bicicletta, a piedi oppure in corriera o in camion. Si riportano qui di seguito alcuni dati tratti dal sito del "Centro studi della Resistenza", che sono utili per capire il fondamentale contributo offerto dalle donne durante la Guerra Partigiana. Qualche numero: 4.633 arrestate, torturate, condannate dai tribunali fascisti; 35.000 partigiane e staffette; 512 comandanti e commissarie di guerra; 2.890 deportate in Germania, 683 fucilate e cadute in combattimento,1.750 ferite, e 70mila organizzate nei Gruppi di Difesa della donna.