
Alcuni migranti ospiti alla parrocchia di Ramini
Un investimento di oltre due milioni di euro e un’alleanza stretta con il Terzo Settore per affrontare, in maniera strutturata, la grave marginalità sociale a Pistoia. È questo il cuore del provvedimento firmato il 28 luglio scorso dalla dirigente comunale Chiara Pierotti, con cui viene avviato il percorso di co-progettazione per la presa in carico di persone in stato di esclusione, senza tetto, senza riferimenti familiari, e sempre più spesso migranti in fuga da guerre, fame o sfruttamento. Il progetto, finanziato con oltre due milioni di euro per il periodo 2025–2029, sarà realizzato dal raggruppamento composto dalla cooperativa sociale Gruppo Incontro (capofila), dalla cooperativa Intrecci e dall’Arciconfraternita di Misericordia di Pistoia.
La proposta presentata ha ottenuto un punteggio di 88,5 su 100 e prevede una serie di servizi fondamentali: housing sociale, accoglienza temporanea, presa in carico personalizzata, sportelli e pronto intervento. Il progetto arriva in un momento cruciale, a poche settimane dalla chiusura del centro di accoglienza informale di Vicofaro, che per anni aveva ospitato centinaia di migranti in condizioni di precarietà estrema. Dopo lo sgombero di giugno, molti di quegli uomini sono stati ricollocati dalla diocesi in canoniche e spazi parrocchiali della provincia. Una parte di loro si trova tuttora nella parrocchia di Ramini, dove l’accoglienza è stata garantita da volontari e operatori, ma in un quadro tuttora emergenziale. È proprio a partire da questa realtà che il nuovo modello di governance immaginato dal Comune potrà offrire un’opportunità: una presa in carico concreta, istituzionale, professionale anche per quei migranti che, pur presenti sul territorio, sono rimasti ai margini del sistema formale dei servizi sociali.
"Il ricorso alla co-progettazione sta portando buoni risultati e dovrà diventare modalità ordinaria di gestione dei servizi", si legge nel Piano integrato di attività e organizzazione dell’Amministrazione. Un’affermazione che, oggi più che mai, trova riscontro nella volontà di creare una rete stabile, capace di tenere insieme emergenza e dignità, diritti e legalità. Il Comune punta così a una nuova stagione del welfare: non più interventi a pioggia, ma azioni coordinate tra istituzioni e Terzo Settore, in grado di prevenire l’esclusione e offrire risposte durature. Anche per quei migranti che chiedono solo di non essere dimenticati.
Michela Monti