
"Un grande reset". E’ questo secondo l’economista Ettore Gotti Tedeschi il futuro che aspetta alla civiltà occidentale, il riassunto del suo intervento in Sala Maggiore del Comune di Pistoia dove insieme alle autorità locali si è affrontato il problema di come riuscire ad essere "politici" oggi e pianificare quindi un futuro per il territorio. "Nei miei interventi lancio provocazioni per analizzare i temi di attualità ma soprattutto gli scenari futuri – ha spiegato la nota personalità internazionale – Si tratta di un’analisi sullo stato della civiltà occidentale che a mio avviso deve prepararsi ad un grande reset. Non riuscendo più a dare un ordine alle cose, si dovrà resettare tutto di continuo. Nessuno è più in grado di fare previsioni". Gotti Tedeschi commentando le manifestazioni di questi giorni contro la certificazione verde parla di "una protesta che c’è sempre stata perché la confusione regna sovrana". "Viviamo una crisi della civiltà sotto il profilo culturale, morale in cui tra l’altro la chiesa ha un suo ruolo". Presente il sindaco Alessandro Tomasi, il senatore Patrizio La Pietra, il sindaco di Agliana Luca Benesperi e il consigliere regionale Alessandro Capecchi. Proprio sul ruolo dell’amministratore l’economista ha spiegato come "sia inutile dare una prospettiva al lavoro locale quando si è dentro poi a meccanismi europei, che sono dentro a meccanismi mondiali. Tutto sarebbe annullato". E quindi quale soluzione? "Ci troviamo davanti a una rigidità assoluta Il politico deve purtroppo solo adeguarsi". Ettore Gotti Tedeschi è un banchiere e accademico italiano. Dal 2009 al 2012 ha ricoperto l’incarico di presidente dell’Istituto per le opere di religione. E’ stato anche consigliere del Ministero del tesoro e ha lavorato a fianco di papa Benedetto XVI. Cattolico e liberale, Ettore Gotti Tedeschi, si legge nella sua biografia in rete, crede che l’emancipazione dell’economia dalla morale cattolica abbia portato al sacrificio dell’uomo al potere e al profitto. Nel 2007 firmò un manifesto liberista che proponeva un’unica flat tax al 20%, il presidenzialismo sul modello americano, il credito d’imposta per la sanità e la scuola, l’obbligo per l’amministrazione pubblica di pagare i danni arrecati, la pensione a 65 anni per tutti. Nel 2020, invece, in occasione della crisi economica globale legata alla pandemia si è dichiarato favorevole "a un intervento statale d’emergenza".