
di Piera Salvi
Si è spento il re del cioccolato. Roberto Catinari, maestro di fama internazionale, è morto lunedì sera all’ospedale San Jacopo di Pistoia. Aveva 84 anni e problemi di salute da tempo. Recentemente era stato ricoverato nel reparto di medicina B del nosocomio di Pistoia, dove è spirato. Proprio a causa dell’età e della salute precaria, nei mesi scorsi aveva deciso di lasciare la gestione della sua azienda "Catinari arte del cioccolato" al giovane imprenditore di Cascina (Pisa) Guido De Filippo. Ma finché ha potuto non si è staccato completamente dal suo adorato laboratorio, la sua creatura che aveva fatto nascere ad Agliana nel 1982.
Il legame di Roberto Catinari con Agliana si manifestò il giorno della sua nascita, il 29 giugno nel 1937. Amava ricordare che venne alla luce a Bardalone, sulla montagna pistoiese, nel giorno in cui ad Agliana è festa patronale. La riteneva una profetica coincidenza. A 17 anni andò in Svizzera (dove c’era già il suo fratello maggiore Giannetto) in cerca di lavoro: prima in un ristorante, poi in una pasticceria cioccolateria. Inizialmente come lavapentole e ragazzo di bottega, poi passò al reparto pasticceria, al forno e infine alla cioccolateria, ma solo per pulire i locali e le macchine. Maturò così la sua passione per il "cibo degli Dei", che non sfuggì al titolare tanto che arrivò a essere caporeparto.
Tornò a Bardalone nel 1974, quando era già esperto nell’arte del cioccolato e aveva vinto a Zurigo, l’anno precedente, una medaglia d’oro in un concorso di settore. A Bardalone iniziò l’attività in proprio, in una piccola stanza con tanta esperienza ma pochi mezzi. Una ventina di varietà di cioccolatini che promuoveva lui stesso, girando con una valigia piena del delizioso campionario in tutta la montagna, a Pistoia, nell’area fiorentina e nel Chianti. Aveva rivisto le ricette svizzere adeguandole al gusto degli italiani. Aprì lo storico negozio sulla vecchia Pratese ad Agliana per le festività natalizie del 1982, arrivando a produrre oltre cento varietà di cioccolatini, uova pasquali vere opere d’arte, schiacciate di cioccolato e tante altre delizie per il palato. Inizialmente aveva negozio e laboratorio sulla vecchia Provinciale Pratese, un luogo magico che ha deliziato i palati anche di personaggi famosi: solo negli anni più recenti (come ci aveva riferito lo stesso Catinari), tra i clienti figuravano la maison Ermanno Scervino, l’attrice Tosca D’Aquino, il giornalista Massimo Giletti. Catinari nei suoi quasi quarant’anni di attività ad Agliana aveva poi collaborato con alberghi importanti e si era fatto conoscere e apprezzare non solo in Europa ma anche in America, Giappone e Cina. Poi aprì il laboratorio in via Vincenzo Bellini e anche un altro negozio in piazzetta Caruso, dove continua a lavorare la nuova gestione che ha mantenuto i dipendenti di Catinari e prosegue la storica tradizione di qualità del prodotto, serietà, continuità, mantenendo il celebre marchio. "Sono contento – ci aveva detto Catinari – perché lascio il mio marchio in buone mani. De Filippo è una persona brava, tutti i dipendenti sono stati riassunti, i macchinari sono gli stessi e la qualità del prodotto è garantita". Numerosi i riconoscimenti nella sua lunga carriera, dalla prima medaglia d’oro in Svizzera nel 1973 agli ultimi anni, fra cui il premio per il miglior cioccolatino al vino in Svizzera ed Eurochocolate Awards Perugia. Nominato Cavaliere della Repubblica italiana nel 2012, ha ottenuto il Diploma di benemerenza della Corporazione industriale dolciaria ungherese e il Premio Massimo Alberini dell’Accademia italiana della cucina per l’eccellente produzione artigianale di praline e uova pasquali. Anche ad Agliana ha avuto i meritati riconoscimenti: Veggio d’argento per avere portato il nome di Agliana nel mondo, Aglio d’argento per qualità e tradizione. Per Roberto Catinari il cioccolato era amore e passione. "E se è buono e genuino non fa ingrassare", assicurava.