Ruscio ascoltato dai magistrati: "Quella carta bancomat l’aveva lui"

Il ragioniere è anche accusato di aver prelevato i soldi della madre, nei due giorni successivi all’omicidio. L’avvocato Stefani: "È stato collaborativo". In carcere sta studiando. A gennaio l’udienza preliminare. .

Ruscio ascoltato dai magistrati: "Quella carta bancomat l’aveva lui"

Ruscio ascoltato dai magistrati: "Quella carta bancomat l’aveva lui"

È durato quaranta minuti circa, ieri mattina, dalle 10 alle 10,40 l’interrogatorio davanti ai sostituti procuratori Leonardo De Gaudio e Linda Gambassi, di Patrizio Ruscio, il ragioniere 60enne reo confesso dell’omicidio della madre, Ottavina Maestripieri, avvenuto il primo giugno nell’appartamento di lei, in via Monteverdi. Ruscio aveva chiesto di poter chiarire la sua posizione rispetto alla nuova accusa contenuta nell’avviso di conclusione delle indagini. Il ragioniere, che dovrà rispondere di omicidio volontario (pur non essendo contestata la premeditazione) e di evasione, è accusato anche di uso indebito della carta di credito della madre. Avrebbe prelevato somme di denaro dalla carta Bancoposta intestata alla madre nei due giorni successivi all’omicidio. Prelievi che ora gli vengono contestati, perché evidentemente non autorizzati. Nell’avviso di conclusione delle indagini, è stata infatti confermata l’accusa di omicidio volontario, aggravato dal vincolo di parentela con la vittima, ma viene esclusa la premeditazione, mentre si è aggiunto l’utilizzo indebito di carta di credito (articolo 493 ter del codice penale), oltre ai due episodi di evasione dai domiciliari. Ruscio, infatti, era sottoposto a detenzione domiciliare, con una finestra di permesso dalle dieci di mattina a mezzogiorno, disposta dopo una condanna passata in giudicato per truffa.

Ai magistrati, che hanno diretto le indagini dei carabinieri su questo terribile omicidio, Ruscio avrebbe spiegato che quella carta bancomat, in realtà, sarebbe stata nella sua disponibilità da tempo. Il conto anzi sarebbe stato aperto dalla madre che lui stesso aveva accompagnato. E lei gli aveva dato l’uso della carta con tanto di pin. I prelievi sarebbero avvenuti nei due giorni successivi al terribile delitto. "Il mio assistito è stato molto collaborativo – ha spiegato l’avvocato Francesco Stefani del foro di Firenze – In carcere è sereno, anche perché non è più assillato dalle richieste dei suoi creditori. Riceve ogni mese la visita della moglie e del figlio, e viene seguito dagli psicologi. Intanto, si è iscritto alla facoltà di Economia nell’Università di Firenze e a gennaio darà il primo esame, economia aziendale".

Si attende ora la fissazione dell’udienza preliminare che potrebbe avvenire nei primi giorni di gennaio.

M.V.