Il cuoco se ne va all’ora di cena. Ristorante chiude e manda via i clienti

Pistoia: accade in piazzetta dello Spirito Santo con il locale pieno di prenotazioni, tutte disdette. Il titolare: "Guadagnava 2500 euro al mese. Manca la voglia di lavorare"

Il cuoco se ne va e il ristorante chiude (foto di repertorio)

Il cuoco se ne va e il ristorante chiude (foto di repertorio)

Pistoia, 23 aprile 2024 – “Attorno alle 18 mi ha telefonato la responsabile di sala, in lacrime, dicendomi che il cuoco aveva appena deciso di staccare il proprio turno per andare a fare un aperitivo al mare. Sembra assurdo, ma è la verità. Abbiamo dovuto immediatamente cancellare tutte le prenotazioni della serata e pure quelle di ieri (domenica, ndr), perché non potevamo tenere la cucina aperta vista l’emergenza sopraggiunta. Siamo disperati, oltre che arrabbiati. E ovviamente il rapporto con questa persona si è interrotto".

Lo sfogo è quello di Federico Incerpi, titolare di Secco Lounge&Restaurant in Piazzetta dello Spirito Santo, costretto ad affrontare una situazione a dir poco grottesca e spiacevole, con l’addio del cuoco (il cui nome, che omettiamo, è stato scritto nel foglio appeso all’esterno del locale con cui si annunciava la chiusura straordinaria) nel mezzo di un sabato sera di lavoro.

"E’ l’ennesima dimostrazione che noi titolari siamo schiavi dei dipendenti e degli atteggiamenti poco professionali e rispettosi che alcuni di loro manifestano nei nostri confronti. Il cuoco in questione guadagnava qualcosa come 2.500 euro netti al mese per lavorare cinque giorni alla settimana, per un totale di 40 ore. Mi sembrano condizioni assolutamente vantaggiose. Questo per dimostrare che non è un problema di soldi o di contratti. Tanto è vero – continua Incerpi – che pure un altro cuoco che avevamo se n’è andato di recente: lui percepiva uno stipendio addirittura di tremila euro netti al mese. E se ne è andato".

Adesso il ristoratore è alla disperata ricerca di nuove figure da inserire nello staff. "Non solo cuochi, ma pure bartender e camerieri. Il problema è che è quasi impossibile trovare qualcuno di serio, che resista più di due mesi. I giovani che escono dagli istituti alberghieri, ad esempio, non hanno voglia di lavorare. Anche i presidi stessi, quando ci chiamano, ravvisano queste cattive tendenze. Non è il lavoro a mancare, come qualcuno dice in giro, ma lo spirito di sacrificio e il desiderio di impegnarsi. Dal canto mio, sono disposto a prendere chiunque, anche ragazzi da formare, purché abbiano la giusta attitudine e predisposizione. Peraltro – aggiunge Incerpi – a complicare tutto c’è lo stato di salute della città di Pistoia, che non è proprio buono. Non a caso, negli altri ristoranti che ho sparsi in giro per l’Italia gli affari vanno decisamente meglio. Si lavora dieci volte di più rispetto che a Pistoia e io sono costretto a rimanere chiuso fin quando non troverò nuovo personale".