
"Buoni come il pane": gli organizzatori (Acerboni/Foto Castellani)
Pistoia, 12 febbraio 2015 - Il pane come alimento, il pane come simbolo della nutrizione sana, il pane come prodotto del lavoro manuale, il pane come viatico per la solidarietà ma anche il pane come origine della nostra città. E' uno degli alimenti più presenti sulle nostre tavole ma nasconde una miriade di significati. Nello specifico è il protagonista di “Buoni come il pane”, un'iniziativa promossa per sabato dalla Fondazione Ant Italia Onlus in collaborazione con Confcommercio, Confartigianato, Confesercenti e Cna. Il pane e le panetterie di Pistoia, Prato e Firenze saranno quindi al centro di una giornata, quella di sabato, volta a sensibilizzare l'assistenza domiciliare gratuita e i progetti di prevenzione oncologica che la Fondazione Ant ha in essere nelle tre province. “Buoni come il pane” prevede che le panetterie aderenti devolvano ad Ant una percentuale del ricavato dell'incasso di sabato, giorno dell'iniziativa. A presentare ieri i dettagli e a svelare anche i segreti del pane erano presenti Caterina Morelli e Benedetta Leoni (Ant), Alessandra Capecchi e Cinzia Pisaneschi (forno Capecchi di Capostrada), Michela Bruschini e Rosario Ianniello (Confcommercio), Marco Bardazzi (Gran Prato), Tamara Bracali (Cna), Pietro Capecchi e Roberto Pardini (Associazione Pane Toscando Dop).
“Ant è portavoce di corretti stili di vita e sana alimentazione – spiega la nutrizionista Morelli – e da tempo intraprende progetti con le scuole anche grazie al lavoro di dottori, specialisti, amministratori e volontari”. Pistoia è legata al pane sin dalla sua origine: infatti “pistoria” in latino stava a significare il forno del pane. Questo rende ancor più suggestivo il legame tra la nostra città e la panificazione. “Esistiamo dal 1908 - spiega Alessandra Capecchi del forno di Capostrada - e io faccio parte dell'ultima generazione. Oltre ai prodotti soliti però ho cercato di specializzarmi sul settore dolciario e da forno, su grissini, cracker e altri prodotti genuini. Sono cresciuta qua dentro e la nostra produzione arriva anche fuori da Pistoia”. Unanime la posizione di Roberto Pardini e Pietro Capecchi (così come dell'impegno delle associazioni di categoria): “Panificare con lievito naturale è tutta un'altra cosa, ci vuole maestria, per prodotti del genere è opportuno privilegiare la qualità. Un prodotto come il pane toscano merita di essere esportato in tutto il mondo”.