MARTINA VACCA
Cronaca

“Presa a botte e schiaffi quando era incinta”, poi la persecuzione: ex compagno a giudizio

I litigi sarebbero iniziati durante la gravidanza e lui le avrebbe puntato un coltello alla pancia, quindi la separazione e le minacce. Ma lui nega e si difende: " Era gelosa". A processo per lesioni, maltrattamenti e stalking

Maltrattamenti contro una donna (foto repertorio)

Maltrattamenti contro una donna (foto repertorio)

Pistoia, 11 luglio 2023 – Prima l’amore, e subito la decisione di andare a vivere insieme. Poi, dopo pochi mesi, lei resta incinta. La parabola di una relazione come tante, ma qualcosa da subito non era andato nel verso giusto. Lui si sente oppresso dalla compagna per le sue manifestazioni di gelosia e spesso, racconta, è costretto ad andare fuori di casa. Lei dall’altra parte riferisce di subire violenze quotidiane. Fisiche e verbali. Fino al giorno in cui il suo compagno e padre della figlia che porta in grembo non arriva a minacciarla di morte, puntandole un coltello alla pancia. E’ il punto di non ritorno, eppure le violenze proseguono, per tutto il tempo della gravidanza. E, dopo la separazione, avvenuta dopo la nascita della bambina, l’uomo avrebbe iniziato a perseguitare la sua ex con minacce continue e messaggi telefonici. I fatti risalgono al 2019 e sono avvenuti in un paese nella provincia di Pistoia. La denuncia era scattata alla fine della relazione ed erano seguite le indagini della polizia, dirette dal sostituto procuratore Claudio Curreli. Ieri mattina il giudice per le indagini preliminari Patrizia Martucci ha rinviato a giudizio l’uomo, 34 anni, che lavora presso un’associazione di volontariato ed è rappresentato dall’avvocato Alberto Russo del foro di Pistoia. Dovrà rispondere delle accuse di lesioni personali, maltrattamenti in famiglia e stalking.

Nella sua denuncia, alla polizia, la donna e mamma della bambina, che è rappresentata dall’avvocato Sabrina Contrucci di Pistoia, ha riferito che tutto era cambiato al momento in cui lei era rimasta incinta. Una volta, era marzo del 2019, lui l’avrebbe afferrata per il collo, alzata di peso e poi gettata a terra e presa a schiaffi. In un’altra occasione, l’avrebbe presa per i capelli, fino al giorno in cui le avrebbe puntato un coltello alla pancia. Alle violenze fisiche, erano seguite anche quelle verbali. Più volte il compagno, così come la donna ha riferito, l’avrebbe minacciata di morte e, nell’imminenza del parto, le avrebbe augurato di "soffrire come un cane", proprio quando le erano iniziate le contrazioni. Le minacce, anche di morte ("che devo fare, ti devo ammazzare"), sarebbero continuate anche dopo la loro separazione, con messaggi continui di lui sul cellulare della ex, nei quali lui la insultava e denigrava come madre e come donna.

Diversa la ricostruzione dei fatti resa dall’uomo, che ha sempre negato ogni accusa riferendo, al contrario, di essere stato lui oggetto di vessazioni da parte dell’ex compagna, per la sua gelosia. In particolare, l’uomo avrebbe riferito di essersi trovato costretto più volte, quando ancora la coppia conviveva, a dormire nella propria macchina, dopo essere stato cacciato di casa. E avrebbe motivato una delle aggressioni di cui era stato accusato come un tentativo di difesa dalla donna durante una delle sue sfuriate. I litigi si sarebbero acuiti dopo la separazione anche in merito alla gestione della figlioletta, che ad oggi risulta affidata ad entrambi i genitori.

Il processo inizierà a settembre.

M.V.