REDAZIONE PISTOIA

Pasta, latte, burro a peso d’oro "Rincari record per gli alimenti"

Coldiretti: "In provincia balzo dell’8,8%, mentre tante aziende sono costrette a lavorare in perdita. Serve un nuovo patto di filiera. Bisogna limitare i costi di produzione altrimenti sarà dura per tutti"

La spesa costa di più. Adesso lo certificano anche i dati di Coldiretti, con un balzo dei prodotti alimentari dell’8,8% in un anno nella nostra provincia. Appena sotto la media regionale, ma pur sempre un rincaro importante tra il giugno 2021 ed il giugno scorso. Gli alimenti trainano in alto i prezzi: includendo tutti i prodotti del paniere Istat, a Pistoia il rincaro è del 7,8%, in linea con il resto della Toscana.

"La stangata sui prezzi pesa sul carrello della spesa alimentare dei cittadini – spiega Coldiretti Pistoia – mentre nei campi i compensi per raccolti e prodotti degli allevamenti sono sotto i costi di produzione in forte aumento, costringendo molte imprese agricole a lavorare in perdita ed in condizioni di grandissima incertezza. Un paradosso. Occorre intervenire da subito sugli accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione. Nell’immediato bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi rapidi per salvare aziende, stalle e famiglie".

Le elaborazioni di Coldiretti a livello regionale dicono che l’inflazione generale nel mese di giugno ha toccato il 7,8%, leggermente inferiore rispetto al dato nazionale (8%). Si tratta dell’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), che misura l’inflazione considerando tutti i beni e servizi acquistati dai consumatori. Un balzo in un anno senza precedenti che si trascina dietro anche l’incremento dei prezzi dei prodotti alimentari (+ 9%) che in appena un mese crescono di 2,2 punti percentuali. La fiammata inflazionistica più alta è su pasta, latte, burro e sui prodotti alimentari in generale.

A spingere l’inflazione, la cui corsa è condizionata dagli effetti della guerra in Ucraina, ora si è aggiunta anche la riduzione dei raccolti a causa della siccità che ha scatenato aumenti che vanno dall’11,7% della verdura al +10,8% per la frutta, segnata da pezzature più piccole per la mancanza di acqua.

In cima alla classifica dei rincari a giugno, confrontati con i prezzi di giugno dello scorso anno, ci sono gli oli di semi, soprattutto quello di girasole (+69%) – sottolinea Coldiretti Toscana – che risente del conflitto in Ucraina, il burro (+28%) e la pasta (23%), seguita dalla farina (+21%) proprio nel momento in cui nelle campagne si registrano speculazioni sul prezzo del grano con "forti e ingiustificati cali dei compensi riconosciuti agli agricoltori". Rincari a doppie cifre anche per pomodori (+19%) e pesche (+19%) con la siccità che sta colpendo duramente le coltivazioni con cali stimati in Toscana tra il 20% ed il 50%, tra minori rese e prodotti danneggiati. A seguire la margarina (+17%), le pere (+17%) e la carne di pollo (+15,1%).