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Numeri unici e centrali operative: "Giù le mani dalla struttura di Pistoia"

Prende piede l’ipotesi di maxi-sede a Firenze. Capecchi (Fdi) ammonisce: "La nostra è un’eccellenza"

"Sopprimere la centrale operativa della continuità assistenziale a Pistoia? Sarebbe un errore madornale, invitiamo la regione a fare non uno ma due passi indietro". Ad entrare nel dibattito politico sul numero unico europeo per la sanità è Alessandro Capecchi, consigliere regionale di Fratelli d’Italia. Capecchi fa riferimento alla linea telefonica 116117, il numero unico europeo per l’accesso alle cure mediche non urgenti e ad altri servizi sanitari territoriali a bassa intensità. Secondo Capecchi la Regione Toscana starebbe mischiando troppo le carte: la giunta Giani, stando a quanto afferma il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, avrebbe in programma la realizzazione di una nuova sede dedicata al numero unico, dal costo di circa 3,5 milioni di euro, a Firenze, andandola peraltro ad accorparla con la centrale delle emergenze. E la sede attiva a Pistoia? Il suo futuro risulta, al momento, tutt’altro che chiaro. Da qui l’altolà di Capecchi.

"La centrale operativa della continuità assistenziale attiva a Pistoia – sottolinea Capecchi – è stata istituita con investimenti minimi e presta servizio ad un milione e seicentomila utenti AsL Toscana centro. Il potenziamento di questa esperienza e la sua evoluzione in centrale 116117 per il territorio della Asl Toscana centro, in sinergia con le centrali del resto della Regione, assicurerebbe la massima qualità del servizio per la cittadinanza, la salvaguardia degli investimenti materiali e degli investimenti nella professionalità dei lavoratori lì impiegati, circa trenta". Eppure, i piani della regione paiono diversi. La nuova sede per questo tipo di servizio dovrebbe sorgere a Firenze. Un’eventuale sulla quale il consigliere Capecchi non risulta affatto d’accordo.

"I motivi della mia contrarietà sono molteplici. A Pistoia un’attività del genere c’è già e viene svolta quotidianamente dagli operatori in sede. Creare una nuova centrale sovra-aziendale, che si limiti a ricevere telefonate e non a gestire le richieste insieme ai servizi sanitari territoriali, costituirebbe un’inutile difficoltà per l’utente. C’è altro: abbiamo appreso che la Regione ha intenzione di accorpare la centrale unica del numero unico europeo a quella del 112, quello delle emergenze. Anche questo sarebbe un grave errore, visto che il legislatore ha chiarito come i due tipi di servizi, assistenziale e di emergenza, siano ben diversi". C’è poi, secondo Capecchi, la questione numerica. "La legge – conclude Capecchi – prevede che le centrali per il numero unico europeo abbiano un bacino di utenza di 1 milione e mezzo, massimo due milioni di abitanti. In Toscana siamo quasi il doppio. Com’è possibile gestire tutto da un’unica sede, oltretutto costosa, in quel di Firenze? Non a caso a queste domante attendiamo una risposta dall’assessore Bezzini e dal governatore Giani".

Francesco Storai