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Pistoia, al museo Marini manca il certificato antincendio: intervista al sindaco Tomasi

Palazzo del Tau, che ospita le opere del grande scultore pistoiese, è chiuso dal marzo 2020. Tomasi: "Usciamo dallo scontro"

 

Pistoia, 20 luglio 2021 - Le porte del Museo Marino Marini sono chiuse dal marzo 2020. I pistoiesi si chiedono quando potranno riaprirsi, quando potranno rimettere piede in quel gioiello di palazzo del Tau, così splendidamente allestito. Lo abbiamo chiesto al sindaco Alessandro Tomasi che è anche, per statuto, componente del consiglio di amministrazione della Fondazione Marino Marini.

La Fondazione, tra l’altro, non ha ancora rinunciato al progetto di trasferire le opere a Firenze, perchè dopo la vittoria del Comune di Pistoia (e del Mibact), davanti al Tar, che ha confermato il vincolo di pertinenza della Soprintendenza e quindi il legame di Marino con Pistoia, ha fatto ricorso al Consiglio di Stato, ed è lo stesso Tomasi che ce lo conferma. Non c’è ancora una data per la discussione, mentre è emersa invece, un’altra “sorpresa“ che rallenterà ancora la riapertura del palazzo ai visitatori: il museo è privo della certificazione antincendio e bisogna provvedere. Di tutto questo parliamo con il sindaco.

Sindaco, qual è lo stato dell’arte per il Museo Marino Marini?

"Al Museo Marini manca la Scia-antincendio (segnalazione certificata di inizio attività, in vigore dal 2011). E’ stato presentato ai vigili del fuoco un progetto nel 1996 e non è mai stato realizzato".

Quindi il prossimo passo ?

"E’ stato dato un incarico a un progettista che ha già presentato quello che si chiama esame-progetto ai vigili del fuoco, dai quali attendiamo la risposta. Dopodichè sarà formulato un progetto preliminare, quindi esecutivo, sull’entità dei lavori che saranno poi appaltati".

Quali lavori devono essere eseguiti?

"Si tratta essenzialmente delle cosiddette porte tagliafuoco, o meglio, di porte adatte ai sistemi di sicurezza e di parte degli impianti".

A quanto può ammontare la spesa?

"Per saperlo con certezza dobbiamo attendere il progetto, in base al quale la cifra potrà subire variazioni. Al momento si aggira sugli 80mila euro".

Qual è attualmente il rapporto dell’amministrazione comunale con la Fondazione Marini?

"Noi siamo disponibili se, di pari passo, va avanti il comodato d’uso gratuito delle opere di Marino che sono di proprietà della Fondazione e che sono la maggior parte delle opere esposte. Su questo spetta al Cda esprimere la propria volontà. La Fondazione, del resto, ha ricorso al Consiglio di Stato dopo la sentenza del Tar e siamo in attesa anche di questo esito. C’è quindi da recuperare un ritardo atavico per quanto riguarda la Scia-anticendio del Museo Marini, ma questo, vorrei sottolinearlo, è un problema che riguarda tutto il resto del patrimonio comunale. La mancanza della certificazione è stata sollevata dalla stessa Fondazione durante la trattativa per il comodato d’uso, che è già pronto e sul quale ora, inevitabilmente, si allungano i tempi. Ed è chiaro che questo aspetto riguarda la precedente gestione".

Il Comune di Pistoia, proprietario del palazzo del Tau, come investirà nella riapertura, oltre alla certificazione antincendio?

"Il palazzo del Tau appartiene al Comune di Pistoia e noi possiamo riaprire, a nostre spese, pagando la guardiania, spese che, peraltro, sono già state deliberate".

Ci potrebbe essere l’assunzione di nuovo personale?

"Più probabilmente estenderemo il servizio alla nostra cooperativa che già si occupa degli altri nostri musei".

Possiamo parlare di tempi?

"E’ difficile parlare di tempi e concretizzare tutto questo. Il Comune si sta facendo carico di tutto per arrivare alla gestione del museo in piena sicurezza".

Tuttavia c’è l’incongnita del ricorso della Fondazione Marini al Consiglio di Stato...

"Il mio piano è uscire dallo scontro e capire se è possibile una condivisione. Io vedo un futuro di organizzazione condivisa per riavere il museo aperto, anche dal punto di vista scientifico, perchè con i cavilli si può andare avanti a lungo, ma la Fondazione aperta è un guadagno per tutti".

Recentemente c’è stata una interrogazione parlamentare del presidente della Commissione cultura del Senato, Riccardo Nencini, al ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini che chiede conto della chiusura del Museo Marini. Cosa risponde a Nencini?

"Al ministro Franceschini da tempo, da più di un anno, è stato consegnato un dossier. L’ho portato io a Roma e l’ho consegnato al suo capo di gabinetto. In quella relazione è contenuta la volontà del Comune di riaprire. Franceschini può rispondere e farsi parte attiva per valorizzare Marino a Pistoia".

Quali sono gli attuali e prossimi investimenti del Comune di Pistoia per la cultura?

"Il piano strategico per la cultura va avanti ed è il primo e unico in Toscana. Vede affiancati il Comune di Pistoia, la Provincia, i singoli comuni, la Fondazione Caript, la Soprintendenza e la Diocesi. C’è un elenco di opere da fare sui beni architettonici stilato in base alle loro condizioni e al degrado. Il nostro sistema museale è ora in forma chiara, come vuole la normativa, e possiamo attrarre finanziamenti. E’ stata firmata la convenzione per la manifattura digitale che consentirà la realizzazione delle scenografie nello stabile che si trova accanto alla Biblioteca San Giorgio e appartiene alla Fondazione Caript".

Quali altri obiettivi strategici?

"Il primo è la riorganizzazione del Museo Civico che avrà un nuovo e completo allestimento, compresa l’illuminazione. Lo studioso Giacomo Guazzini sta catalogando tutte le opere. Avremo un museo moderno e fruibile. Poi c’è il restauro completo del teatro Manzoni, cui contribuiamo con 9 milioni di euro, il recupero della Saletta Gramsci, e il lavori allo Scornio, a Villa Puccini e, non ultimo, il Parterre".

lucia agati