Migranti, tensioni nel centro di Vicofaro. Don Biancalani: “Istituzioni assenti”

Il sacerdote: “Avremmo bisogno di trovare una soluzione a questa presenza così grande di migranti sul territorio”

Don Massimo Biancalani

Don Massimo Biancalani

Pistoia, 2 aprile 2024 – Ancora episodi di violenza all’interno del centro di accoglienza per immigrati di Vicofaro a Pistoia, gestito dal parroco don Massimo Biancalani. Da anni gli ospiti all’interno sono oltre un centinaio: al momento se ne contano circa 120.

Nei giorni prima di Pasqua sono intervenute due volte le forze dell’ordine, ma gli episodi sono andati avanti anche nelle ore successive. Due ospiti sono finiti al pronto soccorso con ferite giudicate lievi. “Qualcuno ha parlato di tre episodi - ricostruisce don Massimo Biancalani dopo varie notizie circolate fra i parrocchiani -, in realtà sono stati due diversi diverbi, per futili motivi, che hanno coinvolto in un caso tre persone e nell'altro due. Sono tutti ospiti della struttura, che sono state subito fermate. Nel primo caso un ragazzo è rimasto lievemente ferito ad un polso, forse con qualcosa di appuntito ma l'oggetto contundente non è stato trovato, e durante la colluttazione gli è uscito un pò di sangue dal naso. Nel secondo caso che c'è stato, sempre per futili motivi, due ragazzi che erano in un letto a castello, uno sotto e l'altro sopra, si sono presi e questo ha creato un pò di scompiglio, nulla di più”.

Secondo lo stesso Biancalani, il sovraffollamento della struttura è uno dei motivi che porta a queste liti. “Avremmo bisogno di trovare una soluzione a questa presenza così grande di migranti sul territorio - afferma il sacerdote - Sono anni che lo diciamo, c'è bisogno di più strutture come questa, ma occorrono risorse, perché nel nostro caso non riceviamo alcun contributo pubblico, quindi non abbiamo operatori ed è chiaro che siamo a rischio. Abbiamo situazioni di ragazzi problematici e la tensione e lo stress a volte causano questi episodi, che tra l'altro sono sempre successi. Le istituzioni dovrebbero farsi carico di queste situazioni - riprende il prete -, noi non abbiamo niente, se non l'aiuto di qualche privato e di qualche associazione. La politica intervenga, perché qui abbiamo 120-130 persone e dobbiamo prendercene cura da soli”.