E’ avvenuto da remoto l’incontro tra i vertici di Hitachi Rail e le Rsu di tutte le sedi del territorio italiano. Tema del giorno: la differenza di trattamento tra chi ha il green pass (e può accedere alla mensa aziendale interna) e chi non ce l’ha (e deve mangiare panini all’interno di una tensostruttura aperta).
"L’azienda ha detto alle Rsu che proverà a fornire pasti caldi anche a chi non ha il green pass – sottolinea Gianluca Zanetti, Rsu Fiom che ha partecipato all’incontro – ma non ha preso impegnia, né tantomeno indicato tempi". A Pistoia sono circa un centinaio i dipendenti Hitachi che non possono accedere alla mensa aziendale perché sprovvisti di green pass. Circa il 10%, dunque, dei circa 1100 dipendenti che al momento frequentano lo stabilimento pistoiese. "L’azienda continua a parlare di un trattamento previsto dalla legge per chi non ha il green pass, ma secondo noi sindacati quest’obbligo non c’è: è una volontà dell’azienda, è diverso. La tensostruttura è aperta, quindi con l’abbassarsi delle temperature questo rappresenterà un problema. L’azienda però ha comunicato che il luogo per far pranzare chi non ha green pass non potrà mai essere una struttura chiusa, visto che anche in quel caso occorrerebbe nuovamente la certificazione verde per accedere".
Poi c’è la differenza di pasto, visto che fuori dalla mensa vengono serviti panini e non pasti caldi: "Non c’è una parità di trattamento a fronte di una parità di lavoro svolto. Senza contare che il tendone al momento è posizionato tra l’area di scarico dei camion e i cassonetti della spazzatura, un posto a dir poco infelice per pranzare. L’azienda ha ammesso che l’attuale situazione è migliorabile, ma non si è impegnata sul come e sul quando".
Francesco Storai