
La Procura di Pistoia chiederà il rinvio a giudizio per il 54enne cinese, residente a Quarrata, accusato di aver gestito...
La Procura di Pistoia chiederà il rinvio a giudizio per il 54enne cinese, residente a Quarrata, accusato di aver gestito un traffico di denaro, diretto in Cina, provento di attività di vario genere nel campo del tessile, che avrebbe fruttato decine di milioni di euro, evedendo completamente il fisco. L’indagine della Guardia di Finanza di Pistoia aveva portato, lo scorso dicembre, all’individuazione di altri diciannove indagati in concorso con colui che era ritenuto a capo della banda, e che si faceva chiamare Marco. Luomo, che è difeso dall’avvocato Emanuele Ciappi di Prato, è ora in carcere. L’operazione "Gu’i", che in lingua cinese significa "Fantasma" ha portato anche al sequestro di oltre 3 milioni di euro. Secondo quanto ricostruito dai finanzieri, le ingenti somme di denaro erano il risultato di un articolato sistema di frode ideato e gestito dal 54enne, che avrebbe gestito attività nel settore tessile, spesso attraverso lo schermo di altri cittadini cinesi compiacenti, che venivano utilizzate per produrre un giro di fatture false, frodando il fisco, e poi sistematicamente chiuse, dopo aver accumulato decine di milioni di euro di debiti tributari. Dal 2021, l’uomo aveva fissato il proprio centro di interessi in una lussuosa villa a Quarrata, anche questa non dichiarata, gestendo occultamente imprese, che hanno emesso fatture false per un imponibile complessivo di circa 49 milioni di euro, dalle quali non derivava alcun versamento nelle casse dell’erario, ma un’evasione di Iva di circa 11 milioni di euro. I proventi illeciti venivano, in gran parte, trasferiti in Cina, tramite canali bancari.