REDAZIONE PISTOIA

Matteucci: "Troppo silenzio sui problemi"

"Come insegnante e come educatore – scrive il professor Mauro Matteucci del centro Don Lorenzo Milani di Pistoia – che...

"Come insegnante e come educatore – scrive il professor Mauro Matteucci del centro Don Lorenzo Milani di Pistoia – che...

"Come insegnante e come educatore – scrive il professor Mauro Matteucci del centro Don Lorenzo Milani di Pistoia – che...

"Come insegnante e come educatore – scrive il professor Mauro Matteucci del centro Don Lorenzo Milani di Pistoia – che ha sempre creduto nella funzione insostituibile della scuola per la formazione delle giovani generazioni, desidero esprimere alcune considerazioni sulle recenti vicende, con particolare riferimento alla sospensione del dirigente della “Bonaccorso da Montemagno” di Quarrata e di quella degli Istituti superiori “Einaudi e “Pacinotti”. Intervengo non sul comportamento dei due presidi – di cui in sede giudiziaria sono da accertare le responsabilità – ma sul silenzio assordante sul momento gravissimo che attraversa la scuola. Mi ha impressionato la colpevole e totale mancanza di dibattito che doveva mettere al centro le vere vittime del degrado dell’istituzione scolastica. Emergono infatti nel primo episodio le condizioni dei precari. Nonostante la passione e l’impegno, non sono compresi né considerati, costretti ad anni infiniti di precariato con numerosi esami e corsi di formazione (costosi e spesso fuori sede) per entrare in ruolo, con stipendi modesti. Di tutto questo, non si parla né da parte dei media né dei politici. Tanto più grave è l’indifferenza della Trimurti sindacale. Nell’altro episodio appare evidente come la scuola attraversi una crisi profonda sul piano educativo, della quale ci sono molti responsabili, dai social onnipervasivi a molti docenti, agli stessi genitori, senza dimenticare le sciagurate riforme scolastiche introdotte negli ultimi decenni dai politici di entrambi gli schieramenti. Proprio nella scuola si formano e si costruiscono l’identità e la personalità del giovane mediante il fondamentale rapporto sia con i coetanei che con gli adulti, che devono essere fonti costanti di etica e di autorevolezza".