Non un giardino puro né una semplice cucina, piuttosto, per dirla all’inglese, una "garden kitchen" che fa del "colto e mangiato" una fede irrinunciabile, inserita in un contesto che sa di storia e tradizione. Benvenuti in San Frediano, ultimo quartiere custode della Firenze vera e autentica, dove da qualche giorno dalle ceneri di un vecchio vivaio è nato "Orto San Frediano", spazio di nuova concezione che coniuga la passione per la cucina alla formula sempre più in voga dell’orto.
Regista dell’intervento di riqualificazione che ha permesso di portare a nuovo i 3.500 metri quadri di area verde è il vivaista Paolo Mati della pistoiese Mati 1909 (a destra nella foto), chiamato a partecipare a questo innovativo progetto dalla sua ideatrice, Enrica Della Martira, chef e volto noto della rete e della tv. Per quarant’anni lo spazio esterno ha accolto una particolarissima coltivazione di piante grasse e cactus portata avanti dalla famiglia Galli Torrini che di questo spazio è proprietaria. Poi a fine anni Ottanta la scelta di dismettere l’azienda e infine una sostanziale inattività che ha sprofondato questo scrigno verde in un lungo sonno.
Poi ecco l’idea, concretizzatasi dopo un lungo cammino: realizzare un luogo intimo e raffinato, ideale per accogliere corsi di cucina individuali o collettivi, eventi, cene private e catering. La cucina trova spazio nella vecchia limonaia ristrutturata dall’architetto Tommaso Villa della milanese Art of building, seguendo un’operazione di recupero non semplice il cui risultato però dimostra di rispettare in pieno il contesto e l’ambiente che la accoglie.
Il coinvolgimento di Mati è stato fortemente voluto dalla chef Della Martira, già a conoscenza del modello "Toscana Fair-Ristorante con l’orto", qui duplicato negli intenti e nel concetto. Equo, giusto, chiaro, pulito, equilibrato: tutto in "Orto San Frediano" così come in "Toscana Fair" ruota attorno a questi concetti, mantenendo come imprescindibile punto fermo della cucina la stagionalità degli ortaggi e dei prodotti in genere. "Con Enrica ci conoscevamo già da qualche tempo – spiega Paolo Mati –. Nella sua volontà c’era l’idea di restituire bellezza a questo luogo, coniugando cucina e orto. Sulla scia del nostro orto fair, abbiamo in qualche modo trasportato quell’identità in questo nuovo contesto. A partire da un orto esistente in cemento ma ormai esaurito, siamo partiti posizionando sei cassoni realizzati con pali di castagno. Dalle piante aromatiche a quelle da frutto e da orto, qui è possibile davvero cogliere e cucinare, toccando con mano e vedendo con gli occhi prodotti che solitamente arrivano sulle nostre tavole attraverso altri circuiti". Insomma, l’esperimento dell’orto a Toscana Fair sta producendo risultati anche fuori Pistoia, persino nel cuore urbano di Firenze.
linda meoni