REDAZIONE PISTOIA

Manzoni tutto esaurito per "Il figlio" di Zeller

Pubblico delle grandi occasioni per il dramma, intenso e profondo, interpretato da Bocci e arrivato due anni fa anche al cinema

Manzoni tutto esaurito per "Il figlio" di Zeller

Teatro Manzoni delle grandi occasioni sabato e domenica scorsa. In scena "Il figlio" di Florian Zeller, uno dei più apprezzati drammaturghi contemporanei, autore del più celebre "Il padre" e "La madre" che completano la trilogia familiare. Sold out, il dramma si è snodato in un’ora e quaranta di atto unico. Davvero una bella impressione quella del teatro pieno, silenzioso e attento nel seguire una storia attuale, piena di spunti di riflessione, che mette in risalto l’incomunicabilità apparentemente insuperabile tra due generazioni. E la platea di Pistoia è nota per essere competente e critica. Attenzione, quindi, a commettere sbavature. Il lavoro, nell’insieme, è comunque interessante e da vedere. La trama, in sostanza lineare, vede il dispiegarsi di rapporti familiari in situazioni assimilabili a normale routine: una madre (Galatea Ranzi) in ansia per il figlio, che da mesi non frequenta la scuola, ne percepisce il malessere e richiede pertanto l’aiuto dell’ex marito (Cesare Bocci), il quale ha da poco avuto un figlio dalla donna con cui convive (Marta Gastini). L’uomo, convinto di poter risolvere il problema, acconsente alla richiesta del figlio di lasciare la casa della madre e trasferirsi da lui, riuscendo a superare le incertezze della nuova compagna.

A Parigi, per la prima volta, era andato in scena nel 2018. La prima italiana di questo dramma, tradotto e diretto da Piero Maccarinelli, è avvenuta al teatro Parioli di Roma nel gennaio 2023. Con Bocci ci sono Galatea Renzi, Marta Gastini, Giulio Pranno, Riccardo Floris e Manuel Di Martino. Successivamente l’allestimento è stato riproposto in diversi teatri italiani e adesso è Tradotto e diretto da Piero Maccarinelli, l’allestimento rispetta le intenzioni del testo: scenografia sobria, ritmo sostenuto, ma senza grandi emozioni, a parte nel finale che arriva dritto allo stomaco. Giulio Pranno, classe 1998, asfalta tutti gli altri. Incisivo, empatico, reale nel suo ruolo davvero difficile.

"Andrà tutto bene" è la battuta che connota e contiene il senso di questo lavoro che racconta una vicenda semplice: i genitori di Nicola, un adolescente che soffre di depressione, sono divorziati. Il padre ha una nuova compagna e un figlio piccolo. L’ex moglie lo chiama quando scopre che Nicola non va più a scuola e desidera abitare con la nuova famiglia paterna. Ma nemmeno lì il ragazzo trova serenità. I testi della trilogia di Florian Zeller non sono collegati fra loro se non dal numero dei personaggi – 6 – e dalle implicazioni umane e sociali.

Sicuramente realistico, il dramma merita anche di essere letto e non semplicemente visto in scena. Il dialogo, a tratti reso un po’ freddo dagli attori (Pranno escluso), è in realtà intenso e profondo. "Il figlio" è arrivato, con la regia di Zeller, anche al cinema nel 2022. Secondo capitolo cinematografico dopo l’Oscar del 2020 per "The Father", era stato presentato anche al Festival del Cinema di Venezia.

Giovanna La Porta