L’opposizione è sul piede di guerra "Non c’è bisogno di grandi strutture"

Gruppi di minoranza concordi: "Anche secondo l’Sds non ci sono necessità"

L’opposizione è sul piede di guerra  "Non c’è bisogno di grandi strutture"

L’opposizione è sul piede di guerra "Non c’è bisogno di grandi strutture"

Dibattito acceso ma senza incandescenze nel consiglio comunale di ieri sulle varianti necessarie per realizzare due rsa per 160 posti complessivi a Vicofaro. La maggioranza si è aggiudicata il passaggio non senza contestazioni. "Questa delibera nonché questa tempestività mi inducono dubbi e perplessità sia sotto l’aspetto urbanistico che socio assistenziale – ha detto Antonella Cotti, Pd –. Non avremmo potuto cercare di portare la società ad investire in immobili vuoti del comune o in altre zone?". Ha proseguito la consigliera dem Stefania Nesi evidenziando che "l’Ue finanzia i progetti di riconversione delle Rsa in gruppi di appartamenti autonomi, mentre il governo Meloni ha varato il ’patto terza età’ dove si parla di potenziare l’assistenza domiciliare, di nuovi incentivi per le casa famiglia, in direzione cioè di piccole comunità e non di grandi strutture. Pure l’assessore Semplici esprimeva ’preoccupazione per la corsa del privato: se diventa delega e non coprogettazione rimangono aperti i rischi che porta con sé’. Mannelli, direttore della Società della Salute, dichiarò che la Rsa andava in controtendenza rispetto ai bisogni rilevati. Mi domando se sia realmente strategico in ottica di servizio".

Parola poi a Francesco Branchetti di Pistoia Ecologista Progressista (foto): "Nei documenti di questa Rsa si parla di fabbisogno e occupabilita – ha detto –. Nel primo caso il fabbisogno nel nostro comune è zero. Questa rsa va in controtendenza con la filosofia che la sanità dovrebbe essere gratuita e per tutti. La qualità di vita degli ultra 65enni è fortemente sostenuta dal bisogno di salute e di sociale e la risposta non può essere la presa in carico h24. Sotto l’occupabilità non ho contezza in provincia di personale sanitario disoccupato". "Diciamolo, questa è un’operazione economica - ha scandito Tina Nuti, Civici e Riformisti –. È vero, manca una programmazione della regione. Ma questo non impedisce a nessun comune di decidere per sé. Se accettate questa mancanza, sarete ugualmente responsabili. Dite che quello è un quartiere degradato e così è possibile ripagarlo con un giardino, parcheggi, viabilità. Questa è un’operazione economica mascherata da sociale". Mattia Nesti, Pep, ha portato evidenziato che "in quell’area abbiamo terreno impermeabile per 764 metri quadri che arriverà a 16mila dopo la costruzione. Tanto che sono previste vasche interrate sotto il verde per emergenza in caso di nubifragi". Anche Paolo Tosi, Pd, si è espresso contro. "Il Pescino è in classe 4 di criticità per esondazione, rendendo impermeabile la zona si va ad aumentarne il rischio. Asl parla di grande criticità per problematiche irrisolte che andranno ad aggravarsi dopo questo intervento. Ci sono anche problemi legati al rumore – ha concluso – mentre la società della salute dice che la strada da percorrere non è quella della grandi rsa".

Gabriele Acerboni