Legambiente fa il punto sugli interventi più urgenti

I volontari della sezione quarratina mettono in fila le priorità del territorio per contenere il rischio idraulico in caso di fenomeni meteorologici avversi.

Legambiente fa il punto sugli interventi più urgenti
Legambiente fa il punto sugli interventi più urgenti

Fare i progetti delle prossime opere idrauliche e presentarli in Regione, perché possano essere stanziati i finanziamenti per realizzarle. E’ questo il fulcro delle azioni più importanti che gli Enti competenti (Genio Civile e Consorzio medio Valdarno) dovrebbero mettere in pratica per arginare il rischio idraulico nella piana pistoiese, secondo Legambiente Quarrata. Ieri mattina in una riunione nella sede di Olmi dell’associazione, il presidente Daniele Manetti e il vicepresidente e consulente tecnico Massimo Niccolai insieme ad alcuni volontari hanno fatto il punto della situazione, in attesa dell’assemblea convocata per il 24 novembre ore 21 presso l’auditorium della Bat di Vignole, dove interveranno anche i rappresentanti degli Enti e delle imprese vivaistiche. "Quello che è successo il 2 novembre a Quarrata ha avuto origine da più cause – spiega Manetti – innanzitutto per quanto riguarda l’esondazione della Fermulla, occorre ripensare a come impedire, con delle ’bocche tarate’, che dalla collina, in caso di eventi straordinari di pioggia persistente, si riversi nel torrente un quantitativo di acqua enorme e improvviso proveniente dai vari torrentelli che vi affluiscono".

A tal proposito è stato ricordato il bacino cosiddetto "del Pollaiolo", da rimettere in sesto. Le bocche tarate dovrebbero agire anche su altri torrenti che scendono dal crinale del Montalbano, come i rii Barberoni, Impialla e Santonuovo, che finiscono nello Stella. Problemi anche al reticolo idrico delle acque basse a Olmi: "Ci sono addirittura sbalzi e dislivelli tra i fossi e le tombature – dicono da Legambiente Quarrata – questo certamente non agevola il defluire delle acque, facendole ristagnare nelle strade, nei campi e allagando anche alcune abitazioni". La risposta potrebbe essere l’installazione presso l’argine del Quadrelli di un’idrovora di portata adeguata che riesca a convogliare le acque dei fossi di via del Casone e di via Galigana, che precedentemente siano riunite dentro un canale idoneo. Domani mattina saranno sul territorio i tecnici del Cbmv proprio per osservare la fattibilità di questa proposta. "Assistiamo da tempo a un controsenso: il vivaismo in estate soffre per la siccità, mentre in autunno l’acqua è in abbondanza – concludono –. Occorre creare bacini che abbiano doppia funzione, di contenimento e di conservazione dell’acqua per evitare le alluvioni e costituire una riserva".

Daniela Gori