
Silvana Patriarca insegna alla Fordham University di New York
Chi dice razza, chi dice etnia, chi per pudore o forma tace. E poi c’è chi dice "comunità" o "nazione", volendo così intendere qualcosa in tutto e per tutto analogo proprio a quell’idea di razza da cui tutto a cascata è disceso. Sull’uso che di queste parole si fa – molto spesso politico – è focalizzata la nuova lezione civile di oggi, mercoledì 22 gennaio (ore 17.30) nel Saloncino della musica di Palazzo de’ Rossi a Pistoia, inserita nel contesto de "Le parole di Hurbinek", progetto ideato dal professor Massimo Bucciantini che attraverso una serie di Giornate della Memoria, al plurale, vuole riflettere, seminare, approfondire su una pagina tanto dolorosa del nostro recente passato.
Sarà lo storico David Bidussa a guidare la riflessione sui temi "Razza. Ordine, gerarchia, società chiusa" raccontando il ritorno in auge di un processo culturale che identifica nella differenza più che nel valore. Domani, giovedì 23 gennaio, stessa ora e stesso luogo, il testimone passa alla collega storica e docente alla Fordham University di New York Silvana Patriarca che sposterà il fuoco su "Finzione della razza e realtà del razzismo: riflessioni tra Italia e Stati Uniti" (modera Ginevra Villani), in una conferenza che mette al centro la storia, come presupposto imprescindibile per combattere il razzismo.
Novità di questa edizione de Le Parole di Hurbinek è la produzione di due spettacoli teatrali, il primo venerdì 24 gennaio (ore 20.45, al Funaro). Si tratta del bellissimo "L’amico ritrovato" dal testo omonimo di Fred Uhlman, con la traduzione, l’adattamento e la regia di Ciro Masella, in scena con Filippo Lai. Seconda produzione è quella di sabato 25 gennaio (ore 20.45, al Funaro) dal titolo "Viaggio in Armenia" in un nuovo allestimento liberamente tratto dall’opera omonima di Osip Mandel’štam, con la riduzione e adattamento di Silvio Castiglioni, anche in scena, e di Giovanni Guerrieri, che firma la regia. A introdurre la serata Stefano Garzonio, studioso dell’opera dello scrittore russo. Segreta riflessione sul tempo, sulla memoria e sulla morte, "Viaggio in Armenia" è una straordinaria metafora di resistenza e di vitalità.
Chiude la programmazione teatrale il domenica 26 gennaio (ore 17, al Funaro) "Diario di guerra-Vita Immaginaria di Enrica Calabresi", spettacolo in musica da un testo di Isotta Toso, regia di Stefano Cioffi, con Alessandra Evangelisti, musiche dal vivo di Gabriele Coen, sax e clarinetto e Riccardo Battisti, fisarmonica. Lo spettacolo è frutto di un lavoro di recupero e di memoria perpetrato da una ricercatrice e insegnante pistoiese, Alessandra Sforzi, che ha scoperto le carte e la storia di Enrica Calabresi e che il 26 gennaio racconterà questa storia.
Ultimo appuntamento lunedì 27 gennaio (ore 17.30) al Bolognini con "Come siamo arrivati fin qui?", dialogo tra Paola Caridi, giornalista e saggista, Gad Lerner, giornalista e saggista, Stefano Levi Della Torre, critico d’arte e saggista. Gli spettacoli al Funaro prevedono l’acquisto di un biglietto di 6 euro (leparoledihurbinek.it).
linda meoni