SAVERIO MELEGARI
Cronaca

L’analisi di Gioffredi: "Siamo sopra la media. Si tratta di temi sentiti"

Il segretario della Cgil: "Al voto il doppio dei nostri iscritti, è un segno". Sul boom dei ’no’ nella quinta scheda: "Questione ideologica e di paura".

Soltanto in due seggi in tutta la provincia di Pistoia è stato superato il quorum (Acerboni/fotoCastellani)

Soltanto in due seggi in tutta la provincia di Pistoia è stato superato il quorum (Acerboni/fotoCastellani)

E’ ovvio che un po’ di delusione c’è nel quartier generale della Cgil alla luce dei risultati conseguiti col Referendum che puntava a regolamentare in maniera diversa alcune criticità legate al mondo del lavoro, soprattutto nei confronti del "Jobs Act", ma c’è anche l’orgoglio per aver condotto una campagna referendaria intensa e che comunque, vista la panoramica generale e storica che il Paese vive in tema di elezioni, ha dato i suoi frutti. "Pistoia si attesta al sesto posto in Toscana a livello provinciale, nella Regione che è capofila in Italia per quel che riguarda le persone che sono andate a votare per questo Referendum – dice il segretario generale di Cgil Prato Pistoia, Daniele Gioffredi – e devo dire che siamo ampiamente al di sopra della media nazionale. Un altro dato che voglio sottolineare con particolare attenzione, perché non si dica che è stata una sfida solo e soltanto del sindacato, che i pistoiesi che sono andati a votare sono il doppio degli iscritti della Cgil. Questo significa che i temi che sono stati sottoposti alle persone sono sentiti e devono entrare far parte in maniera importante dell’agenda politica nazionale e locale. Si è parlato e discusso, cercando di cambiare in meglio alcuni aspetti legati alla precarietà, al sub-appalto, alla sicurezza sul luogo di lavoro: tutti argomenti che ci riguardano da vicino sapendo come sta evolvendo la nostra realtà produttiva".

Il segretario della Cgil, oltre a soffermarsi sul numero nazionale di 14 milioni di persone che sono andate a votare, dice la sua anche sul risultato decisamente differente rispetto ai quattro quesiti legati al mondo del lavoro, ovvero sulla quinta scheda di colore giallo: invece che un 90-10 per il "si", la forbice si è assestata su numeri più equilibrati. "Facendo decine di incontri in queste settimane – conclude Daniele Gioffredi – avevo visto che su questo tema c’era in ballo una questione prettamente ideologica perché i più giovani erano propensi verso il "si" mentre le persone dai quarant’anni in su molto più restii. Non dico che si sia trattato di razzismo, direi semmai più un fatto di paura, ma comunque la sensibilità è stata notevole. Alla fine di questo percorso, inoltre, vorrei ringraziare tutti coloro che si sono impegnati a livello di comitato, associazioni, sindacato, partiti: è stata una bella avventura".

S.M.