In retromarcia al casello. Morte 2 persone, condannato

L’uomo non si era accorto di aver superato l’uscita di Pistoia e voleva tornare indietro proprio nel momento in cui stava arrivando una Polo.

Si è concluso lunedì, davanti al giudice monocratico Jacqueline Magi, un lungo e doloroso processo che ha richiesto otto anni di dibattimento per accertare la verità su un tragico incidente stradale avvenuto nella notte fra il primo e il 2 agosto del 2015, sulla Firenze-Mare. Due uomini persero la vita all’altezza dello svincolo di Pistoia, in direzione Firenze. Si chiamavano Claudio Pratesi, 52 anni residente a Bagno a Ripoli e Francesco Alocci, di 40 anni, che abitava a Firenze. La loro auto, una Volkswagen Polo bianca, tamponò, quella notte, il rimorchio di un autoarticolato della Autotrasporti Chiti di Quarrata. Alla guida del Tir c’era un uomo di nazionalità romena. E’ stato condannato a 2 anni e 2 mesi di reclusione per quella tragedia. Nel corso dell’istruttoria dibattimentale, e grazie a perizie molto accurate, è emerso infatti che, quella notte, il camionista aveva innestato la retromarcia perchè aveva superato l’uscita per Pistoia e fu quello il motivo per cui la Polo, in seguito all’inaspettato e violento impatto con il grosso mezzo, si era infilata sotto il rimorchio del Tir, senza scampo per Claudio e Francesco i cui corpi imprigionati dalle lamiere accartocciate furono estratti dai Vigili del fuoco dopo un lungo e complicato intervento. Una dinamica che, all’inizio, nessuno riusciva a comprendere. Nel processo che si è concluso in tribunale a Pistoia si erano costituiti parte civile i genitori di Claudio Pratesi, assistiti dall’avvocato Alessia Lastrucci del foro di Firenze. Il giudice ha riconosciuto loro la provvisionale.

Il babbo di Claudio non ha potuto ascoltare la sentenza, è morto nel frattempo. Ed è l’avvocato Lastrucci che ci ha aiutato a ricostruire questi lunghi anni di istruttoria. "In questi otto anni ci sono state consulenze, perizie, testimoni che si sono sottratti e altri che non hanno ricordato. Ci sono stati molti rinvii. Un processo che ha risentito delle difficoltà strutturali della giustizia. Tuttavia, la vittoria più grande, per i genitori di Claudio Pratesi e per la sua memoria, è stato poter accertare che il figlio, che era alla guida della vettura, non aveva alcuna responsabilità. E questo è stato escluso dalla perizia. Il conducente del camion aveva innestato la retromarcia, il casello di Pistoia era stato sorpassato. E questo è stato dimostrato nel dibattimento. E’ stato fatto uno studio sulla percezione del camion e sui tempi di reazione. Il perito ha concluso per la totale assenza di responsabilità di Claudio Pratesi che stava rispettando tutte le regole e quindi anche il limitedi velocità. Ora aspettiamo le motivazioni".

l.a.