
Il violoncello piccolo La poesia di Brunello
Gran finale nel nome di Bach con uno strumento raro, insolito, prezioso ed un grandissimo musicista che ogni tanto, anzi spesso, si ricorda di passare da Pistoia senza bisogno di lasciare il biglietto da visita. Domani sera al Saloncino della Musica di via de’ Rossi (ore 21), a chiudere il cerchio della 61^ Stagione pistoiese di Musica da Camera (curata da Daniele Giorgi e promossa dai Teatri di Pistoia con il sostegno della Fondazione Caript) ecco Mario Brunello con il suo violoncello piccolo con cui esplora il repertorio barocco dedicato tradizionalmente al violino. Un binomio nemmeno troppo inedito, data la bellissima performance del maggio scorso insieme a Guido Barbieri ad aprire i Dialoghi di Pistoia, rievocando l’amore di Pasolini per Bach. Brunello, insieme a Roberto Loreggian al clavicembalo e all’organo e Francesco Galligioni alla viola da gamba e al violoncello, darà voce alle Sei Sonate di Bach "a cembalo certato e violino solo, col basso per viola da gamba accompagnato, se piace" BWV 1014-1019. Composte probabilmente tra il 1717 e il 1723 negli anni in cui Bach era al servizio del principe Leopold di Anhalt-Köthen, si ispirano al modello della sonata da chiesa di ispirazione corelliana.
Il violoncello piccolo era molto in voga fra ‘600 e ‘700, accordato come un "grande violino": quattro corde, mi-la-re-sol, ma un’ottava più bassa. È difficilissimo oggi trovarne di originali, così il liutaio bresciano Filippo Fasser ne ha costruito uno su modello Amati dietro esplicita richiesta di Brunello. Ciò ha permesso di affrontare il repertorio violinistico da una diversa prospettiva, come spiega il musicista, "con un suono ibrido, androgino: una voce sottile dal corpo grosso". Lo strumento da qualche anno fa il giro delle sale da concerto ed ha prodotto pregiate incisioni discografiche, come l’integrale delle Sonate e Partite di Bach nel 2019. E poi Tartini, Vivaldi ma anche capolavori del repertorio contemporaneo. Brunello è violoncellista dotato di un talento e di una libertà espressiva fuori dal comune. Primo europeo a vincere il Concorso Cajkovskij di Mosca nel 1986, è musicista eclettico e innovatore, sempre alla ricerca di nuove forme di espressione artistica che possano comunicare con un più ampio pubblico.
Appassionato di filosofia, scienza, teatro e letteratura, ha collaborato con personalità come il pianista jazz Uri Caine, il fisico Carlo Rovelli, lo scrittore Alessandro Baricco e l’attore Marco Paolini. Francesco Galligioni ha suonato come primo violoncello nelle più prestigiose sale internazionali; suona un violoncello del 1740 e una viola da gamba dei primi del Settecento. Roberto Loreggian si è perfezionato con Ton Koopman ed ha collaborato con numerose orchestre tra cui quella dell’Accademia di Santa Cecilia, I Solisti Veneti e Modo Antiquo. Info: Biglietteria Teatro Manzoni 0573 991609 – 27112 online su: www.teatridipistoia.it
Chiara Caselli