
Don Massimo Biancalani
PISTOIA
"Dopo essere stato avvertito sono precipitato qui e ho trovato una quindicina di membri delle Forze dell’Ordine che erano entrate in Chiesa senza avvisarmi". Arriva direttamente da don Massimo Biancalani, parroco di Vicofaro, la notizia di quanto avvenuto nella mattinata di ieri nelle sedi della parrocchia di Santa Maria Maggiore. Mentre Biancalani si trovava a lavoro, c’è stato un sopralluogo da parte delle forze dell’ordine facente parte dei controlli che la Prefettura ha avviato già da alcune settimane.
"Ritengo, se non per motivi di particolare urgenza, di dover essere avvisato in situazioni come queste. Essendo io il responsabile legale della Chiesa, questi sopralluoghi non possono essere fatti in mia assenza. Quanto avvenuto stamani (ieri per chi legge, ndr), rientra in una serie di controlli che ritengo eccessivi. A cosa serve un tale dispiegamento di forze dell’ordine?".
Don Biancalani ha poi affrontato il delicato tema della ricollocazione di una parte dei migranti di cui si parla già da alcuni mesi: "Ribadisco che noi siamo totalmente disponibili ad affrontare la questione, purché vengano poste al vaglio soluzioni concrete e soprattutto sicure per i ragazzi. I centri di permanenza per il rimpatrio non ne fanno parte, tant’è che due delle sei persone, per altro tutte con problemi psichiatrici, sono già state respinte. Se parliamo di ricollocazione dobbiamo cominciare dai migranti più fragili, ma soprattutto non dobbiamo permettere che nemmeno una persona finisca in strada".
Il parroco ha lanciato un attacco diretto all’amministrazione e al sindaco Tomasi: "Qua il sindaco non si è mai visto, ma io continuo con la richiesta che faccio da mesi: servono risorse perchè parliamo di esseri umani e non di politica. Vicofaro non è un problema ma una risposta, anche se non può e non deve essere l’unica. Nella nostra parrocchia rispondiamo all’appello di Papa Francesco che chiedeva di aprire le chiese ai poveri, ma siamo i soli a farlo. Sono preoccupato perché soprattutto nell’ultimo periodo mi trovo sotto pressione e di conseguenza anche i ragazzi lo sono. Ma non intendiamo fermarci. Organizzeremo, già a partire da questa settimana, delle iniziative serali, con una veglia di preghiera e un confronto sul tema della situazione migratoria. Non dobbiamo scordarci che c’è in gioco il destino di oltre cento ragazzi che, se non fossero qui, si troverebbero in strada".
Michele Flori