
Il nodo manutenzioni: "Il Consorzio c’è e fa. Abbiamo investito 85 milioni di euro"
Davanti all’attacco frontale, riportato da La Nazione di giovedì, del neo presidente di Confagricoltura Pistoia, Luca Magazzini, sulle cause dell’alluvione del 2 novembre scorso che ha colpito la Piana fra Quarrata, Agliana e Montale provocando diversi danni al mondo del vivaismo, non si è fatta attendere la replica del Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno. Nelle sue esternazioni ha bollato l’ente come "non all’altezza a livello di governance" per quanto concerne il reticolo minore, mettendo comunque in evidenza il lavoro svolto egregiamente per i torrenti e fiumi più grandi e relative casse d’espansione, oltre ad invocare un "coinvolgimento di tutte le associazioni agricole nelle decisioni che riguardano la sicurezza idrogeologica".
Pronta e precisa la replica del presidente del Consorzio, Marco Bottino, che usa parole altrettanto dure e taglienti. "Leggo, non senza stupore, l’attacco di Confagricoltura al Consorzio di Bonifica Medio Valdarno e alla gestione della manutenzione ordinaria – conferma Bottino – le sue dichiarazioni stanno tutte dentro una vulgata che mette in capo alla cattiva gestione della manutenzione ordinaria le cause della recente alluvione. Questa ’comfort zone’ di discussione evita a chi la porta avanti di discutere dell’eccezionalità dell’evento e del territorio dove esso è avvenuto. Si parla di 200 millimentri d’acqua in quattro ore, nella sola provincia di Prato sono piovuti 14 milioni di metri cubi in due ore ma questo, per chi a prescindere vuole attaccare i Consorzi, non conta. Si evita anche di parlare di dove questo straordinario fenomeno meteorologico si è verificato, cioè in una delle zone d’Italia con uno dei tassi di occupazione di suolo più alti d’Italia e della conseguente impermeabilizzazione dei suoli che, come è noto, costituisce una formidabile aggravante del rischio idraulico".
Già perché quest’ultimo fenomeno è frutto del cemento, delle strade e di qualsiasi tipo di costruzione dell’uomo che, nel corso dei decenni, si sono ampliate sempre di più ma, riferito alla zona del pistoiese e non solo, vuol dire anche coprire ettari di terra con strumenti adeguati per le coltivazioni ed i vivai, costringendo l’acqua a scorrere dove il suolo è libero e andando, di conseguenza, ad incrementare il rischio di straripamento di fossi, rii e torrenti per poi arrivare ai corsi d’acqua più grandi.
"Il Consorzio, con fondi propri o attraverso stanziamenti pubblici prevalentemente regionali, ha investito nella manutenzione ordinaria e straordinaria di quei territori ben 85 milioni in cinque anni – afferma ancora Marco Bottino – questo attraverso un percorso accidentato di rifacimento di argini a ridosso di case e vivai, di invasamento di acqua fatto nei pochi pezzi di territorio lasciato libero dalle attività umane. Quanto al cambio di governance è risibile la proposta in quanto, nell’attuale assemblea, undici membri eletti su quindici sono associati di associazioni agricole e così è in tutta la Toscana. E dal momento che questa cosa è nota, soprattutto a chi ci accusa, qual’ è il senso delle dichiarazioni di Confagricoltura, fatte maramaldescamente in un momento difficile? Come cantava Lucio Battisti, lo scopriremo solo vivendo". red.pt.