
Passano i giorni ma non si placa l’eco delle reazioni, politiche e istituzionali, dopo lo scontro andato in scena in...
Passano i giorni ma non si placa l’eco delle reazioni, politiche e istituzionali, dopo lo scontro andato in scena in consiglio comunale alla luce delle parole pronunciate dal consigliere Iacopo Bojola (Forza Italia-Amo Pistoia Civica) in merito alla gambizzazione dell’allora sindacalista Cisl della Breda, Giancarlo Niccolai (nella foto). Tra i tanti a dire la propria anche Francesco Niccolai, nipote dello stesso Giancarlo, oggi alla presidenza del "Centro Studi Donati". "Apprezzo che dopo sette anni dalla sua scomparsa, la nostra città lo ricordi nelle sedi istituzionali – afferma Niccolai – d’altro canto ritengo che questo dovrebbe avvenire nelle forme opportune e, soprattutto, senza grossolani errori di ordine storico. Mio nonno è stato vittima del fuoco di ’Prima Linea’ per motivazioni politiche e la sua appartenenza e impegno nella Cisl non avevano nulla a che vedere con le ragioni che portarono a quel vile gesto. Piuttosto, la volontà di ’Prima Linea’ fu quella di colpire chi rappresentava ’un potere da scardinare’. A seguito di quel vile gesto, tutte le sigle sindacali unite organizzarono uno sciopero per il 23 giugno, finalizzato a manifestare sostegno a Giancarlo e a condannare fermamente l’accaduto".
A livello politico, pronta reazione anche da parte del Pd comunale che ha esternato tutto il proprio disappunto per quanto successo. "La mozione della Lega era una chiara operazione identitaria e provocatoria – dichiara il segretario comunale Massimo Vannuccini – con accuse, revisionismi e una serie di provocazioni culminate in un passaggio particolarmente grave in merito a Giancarlo Niccolai, trasformandolo in un attacco diretto alla Cgil e al consigliere Fragai, accostati senza mezzi termini al terrorismo degli anni di piombo. Una forzatura inaccettabile: un passaggio grave e né il sindaco né alcun esponente della maggioranza ha sentito il dovere di intervenire".
Ancora più diretto, e pungente, il commento della Fondazione Valore Lavoro che fa parte del mondo Cgil. "Bojola non è nuovo a uscite che interpretano in maniera fantasiosa la storia e il lavoro di ricostruzione storiografica – dicono –: va ricordato che la gambizzazione di Niccolai fu il primo attentato di Prima Linea e si inseriva nell’autonoma strategia di insediamento e sviluppo del gruppo armato, concorrente delle Brigate Rosse, che scelse Niccolai come obiettivo per ragioni proprie. Siamo di fronte ad una pesante ombra sul tipo di memoria pubblica che la maggioranza di destra del Comune intende imporre: si segna, infatti, una cesura rispetto alle pratiche consolidate e che sembra da questo debutto caratterizzarsi per essere fuorviante e faziosa più che contestualizzante e ragionata".