La moda e i semilavorati della moda rappresentanto il cuore dell’export dal distretto del tessile verso la Russia. La guerra scatenata dal presidente Putin con l’invasione dell’Ucraina mette a rischio anche questo canale, seppure minimo, di scambio commerciale. C’è attesa per le sanzioni europee ed internazionali annunciate contro la Russia: sanzioni necessarie ma che fanno tremare le aziende, come pure il rischio che venga interrotta la fornitura del gas all’Italia. Un pericolo che si farebbe ancora più pressante per le produzioni tessili, in partcolare quelle energivore già provate dal rincaro alle stelle dei costi di energia e gas metano. Una guerra che mina la stabilità dei mercati e che mina anche quella risalita intrapresa dal distretto tessile, nonostante la battaglia contro l’aumento dei costi delle materie prime.
Quali i rapporti economici fra le province di riferimento di Confindustria Toscana Nord - Prato, Pistoia e Lucca - e i due Paesi coinvolti nel conflitto bellico? A tracciare un quadro è la stessa Confindustria grazie alle elaborazioni del Centro studi CTN su dati Istat: "L’export manifatturiero verso la Russia vale 103,64 milioni, un quarto del totale toscano (420,84 milioni di euro) – dicono dall’associazione – Percentualmente la quota della Russia sul totale delle esportazioni è l’1,3% per Lucca-Pistoia-Prato e l’1% per la Toscana". L’import dalla Russia ha un peso specifico ancora più esiguo pari a 4,29 milioni nelle areee di Prato-Pistoia-Lucca (in Toscana si assesta a quota 104,35 milioni).
L’export di Lucca-Pistoia-Prato verso la Russia è rappresentato per un terzo da macchinari e per un quarto da prodotti del settore moda, soprattutto tessile; inferiore ma rilevante (17%) la quota dei prodotti farmaceutici. L’import di prodotti manifatturieri vede al primo posto legno e prodotti in legno, carta e stampa; a seguire prodotti farmaceutici e alimentari (anno di riferimento 2019). Per quanto riguarda l’Ucraina, paese verso il quale non esiste il problema sanzioni ma che la guerra colpirà inevitabilmente anche nei suoi assetti produttivi e commerciali, l’export manifatturiero dell’area Lucca-Pistoia-Prato si colloca storicamente a quote inferiori ai 20 milioni, l’import è di 3.
"La guerra Russia-Ucraina avrà effetti limitati sull’interscambio commerciale del manifatturiero della nostra area con questi Paesi, dato che è molto esiguo", commenta il presidente di Confindustria Toscana Nord, Daniele Matteini che però non sottovaluta come "per alcune singole imprese che hanno in questi Paesi riferimenti importanti possano innescarsi difficoltà anche gravi". Ciò che maggiormente preoccupa è che la guerra "è un elemento di grave perturbazione degli assetti politico-economici internazionali, oltre che un evento gravissimo sul piano umano". Matteini va subito al sodo: "Dal punto di vista economico a preoccupare sono soprattutto le forniture di gas metano. Quasi il 40% di quello che arriva in Italia proviene dalla Russia. Con questa guerra, il blocco del Nord Stream 2 e le sanzioni alla Russia si temono inasprimenti che potrebbero essere gravissimi". Un’eventualità non così remota che potrebbe danneggiare enormemente anche il distretto tessile, senza considerare il probabile aumento dei prezzi. Una criticità che interesserebbe pure il petrolio: "Se il conflitto dovesse prolungarsi, sarà indispensabile un radicale ridisegno delle politiche energetiche nazionali ed europee".
Sara Bessi