Guede: "Studiare è importante" Il giovane ha incontrato i ragazzi dei professionali

Dopo aver scontato tredici anni di carcere ha scritto con un giornalista un libro sulla sua vicenda "Sentendosi innocente non è stato facile, ci sono stati momenti di rabbia e sconforto".

Guede: "Studiare è importante"  Il giovane ha incontrato  i ragazzi dei professionali

Guede: "Studiare è importante" Il giovane ha incontrato i ragazzi dei professionali

"Studiate, leggete, informatevi, perché solo così potrete acquisire quel bagaglio che vi insegnerà a comportarvi correttamente. E nei momenti di difficoltà trovate la forza di risollevarvi come ho fatto io". E’ stata una lunga chiacchierata con gli studenti, attentissimi e pronti a fare le loro domande riguardo a persone e eventi accaduti quando molti di loro non erano neppure nati: Rudi Guede non si è sottratto a nessun quesito, parlando di sé e rispondendo con la pacatezza di chi ha avuto molto tempo da dedicare ai pensieri e a riflettere su se stesso. Guede - che all’epoca dell’omicidio di Perugia in cui venne uccisa Meredith Kercher aveva solo 20 anni - scontata la pena e tornato ad essere un uomo libero, ha tanta voglia di far conoscere la sua storia e la sua verità (che ha raccontato nel libro "Il beneficio del dubbio" scritto insieme al giornalista Pier Luigi Vito), anche per trasmettere ai giovani quello che questa dolorosa esperienza gli ha insegnato. Ed è ciò che ha fatto ieri mattina, nella Sala Maggiore del Comune di Pistoia durante l’incontro con gli studenti dei professionali pistoiesi De Franceschi Pacinotti ed Einaudi, organizzato dai due istituti con la collaborazione di Culturidea.

A introdurre la vicenda dell’ivoriano, adesso 36enne, dopo i saluti iniziali della dirigente scolastica Elena Pignolo e del docente Riccardo Fagioli, sono stati gli avvocati Fausto Malucchi e Elena Baldi, rispettivamente prorettore e docente dell’Università di Criminologia di Vibo Valentia. A loro è spettato spiegare, partendo dalle carte processuali, i vari gradi di giudizio, le motivazioni di condanne, assoluzioni, ricusazioni e sentenze, prima di dare la parola a Guede. "I ricordi e le sensazioni di questi 13 anni passati in carcere non sono facili, sentendosi innocente – ha spiegato il giovane, facendo poi riferimento anche alle contraddizioni che emergono dagli atti del processo e al paradosso secondo cui sarebbe stato colpevole in concorso con altre due persone giudicate però innocenti – ci sono stati momenti di rabbia e di sconforto, ma poi mi sono fatto forza e ho reagito rimettendomi a studiare e mi sono laureato in Storia. Questa materia è importante perché fa conoscere i fatti veri e fa capire il perché vengano inventati quelli falsi – ha proseguito, andando poi a parlare del processo mediatico a cui era stato sottoposto all’epoca. Il momento del delitto, il sostegno della fede nei momenti bui, il nesso tra ricchezza e maggiori possibilità di assoluzione, i pregiudizi per il colore della pelle, sono stati gli argomenti delle domande degli studenti. "Non voglio assolutamente credere che la giustizia possa farsi influenzare dal discorso razziale", ha risposto Guede.