Esattamente a metà del guado, ovvero nella sostanza senza infamia e senza lode. In questi giorni l’Ufficio Studi della Cgia di Mestre ha pubblicato la classifica, relativa ai dati raccolti alla fine del 2022, delle retribuzioni medie lorde per provincia per coloro che lavorano nel privato e il pistoiese si colloca al 51° posto a livello complessivo con un lordo in busta paga di media che arriva a 20.281 euro che, spalmato su tutta la durata dell’anno (ma su questo aspetto ci torneremo tra poco), vuol dire un guadagno lordo per ogni singolo lavoratore di 81,08 euro al giorno.
Nell’area metropolitana, in questa voce, la provincia di Pistoia resta davanti a Prato – che ha anche una morfologia occupazionale molto particolare – e dietro a Firenze che guida la locomotiva della Toscana sotto questo punto di vista: un lavoratore fiorentino, alla fine del 2022, ha avuto un introito lordo superiore ad un collega pistoiese di oltre tremila euro, ovvero 23.687 contro 20.281 euro.
Cifre che, sicuramente, fanno riflettere su quella che è la situazione economica del nostro territorio, alle prese da tempo con una crisi che non accenna a diminuire a fronte anche di numeri elevati di tassi di disoccupazione e ricorsi alla cassa integrazione che non fanno altro che abbassare ulteriormente questi parametri. In Toscana, infatti, Pistoia si collocava a fine 2022 al settimo posto, di 19 euro alle spalle anche di Massa-Carrara (20.300 euro) mentre dietro ci rimanevano soltanto Livorno (19.769), Prato (19.061) e Grosseto che chiude con un valore molto basso, a 16.698 euro.
Nel complesso, un lavoratore pistoiese incassa in un anno - al lordo - circa 2.600 euro in meno che della media nazionale, ovvero più di 12 euro al giorno. Nello studio condotto, però, c’è un altro dato interessante ed è il numero medio, in un anno, di giornate retribuite che vede Pistoia in decisa crescita rispetto all’altra graduatoria: qui, infatti, la provincia si assesta al 34° posto che vale la quinta piazza (metà del gruppo) a livello toscano dove invece guida Arezzo (16°) davanti a Prato (25°).
Nel corso dell’anno, infatti, le giornate retribuite di media sono 250,1, non troppo lontani da chi è in testa a livello nazionale come Lecco con 264,2 mentre Arezzo, prima nel Granducato, ha un valore di 256,7.
Questo cosa significa? Che nella nostra provincia, nel privato, si lavora tanto (la classifica è chiusa da Vibo Valentia con 190,8 giorni ed una media nazionale di 244,4) a fronte di retribuzioni che restano basse anche nell’ordine di diverse migliaia di euro in meno rispetto ad altri centri vicini. E, di conseguenza, l’economia gira di meno, gli affari idem e tutto ciò che ne comporta in termini occupazionali.
Saverio Melegari