Gli ultimi giorni: "Stanco e preoccupato. Ma dedicava sempre un pensiero agli altri"

La vita di Cini raccontata da un amico: "Era una persona molto buona. Mi pare difficile che qualcuno potesse volergli così male da ucciderlo. Era assai provato perchè assisteva ogni giorno la sorella malata".

Gli ultimi giorni: "Stanco e preoccupato. Ma dedicava sempre  un pensiero agli altri"

Gli ultimi giorni: "Stanco e preoccupato. Ma dedicava sempre un pensiero agli altri"

AGLIANA

"Era un po’ ombroso ultimamente. É sempre stato un tipo a volte pensieroso, ma ultimamente forse lo era ancora di più". Il giorno dopo la morte di Alessio Cini, i pochi vicini di casa cercano di ricostruire e ipotizzare cosa può esserci dietro quella morte tanto brutale quanto inspiegabile. I più lo vedevano semplicemente camminare lungo la strada privata che costeggia la Brana, alla Ferruccia, a poche centinaia di metri dalla villetta trifamiliare dove viveva con la figlia adolescente. Qualche chiacchiera, qualche parola e poi i saluti. Una persona educata, un’instancabile lavoratore. Solo con qualcuno si era confidato un po’ di più. Un suo amico, che ha chiesto di rimanere anonimo, ha raccontato alcune delle sue principali preoccupazioni degli ultimi tempi.

"Sua sorella più grande sta male da molto tempo – racconta – e Alessio si faceva in quattro per aiutarla, sostenerla. Ogni tanto, però, si sfogava e diceva che era dura, che era troppo faticoso perché doveva accudirla, pulirla, darle da mangiare. Oltretutto la sorella abita a Prato, e questa distanza non faceva che complicare le cose. Si divideva tra lavoro e badare alla sorella. Non deve essere stato affatto facile".

Alessio Cini viveva con sua figlia, un’adolescente con la quale, si dice, avesse un bel rapporto. "L’accompagnava spesso fuori – racconta ancora l’amico –, a quell’età queste ragazzine iniziano a uscire. Lui la portava in pizzeria, la lasciava con le amiche rimanendo in disparte, senza farsi vedere troppo come fanno tutti i papà. Poi, una volta che si era fatto tardi, la riaccompagnava a casa. Lui la accompagnava spesso, si faceva in quattro anche per lei". L’ipotesi di un delitto non convince chi lo conosceva. "Alessio era buono come il pane, io non ci credo che qualcuno potesse volergli così male" è il commento ricorrente. L’uomo era separato dalla moglie, la quale non sarebbe stata presente in casa al momento della tragedia.

"La moglie? Personalmente erano mesi che non la vedevamo. Non sappiamo se abitasse ancora là" hanno riportato altri vicini di casa, gli stessi che vedevano l’uomo passeggiare da solo col cane ogni giorno. Qualcuno ha ipotizzato che la famiglia attraversasse un momento difficile economico: la casa, dove al piano terra abitano alcuni familiari, sarebbe stata messa in vendita all’asta in almeno una occasione. "La famiglia di Alessio è una famiglia per bene, di lavoratori – sottolinea l’amico –, forse non erano ricchi, ma non credo ci fossero problemi economici al punto di ipotecare la casa. Con me, comunque, non aveva fatto cenno a problematiche legate ai soldi". Adesso toccherà agli investigatori ricostruire le dinamiche familiari dell’uomo per capire, con certezza, cosa si possa nascondere dietro a una morte così atroce. "Di sicuro – è la conclusione di chi lo conosceva bene – non si meritava questa fine".

Francesco Storai