REDAZIONE PISTOIA

Gli aumenti si abbattono sui campi "E manca il concime per seminare"

L’agricoltore Paolo Giorgi: "L’urea è più che raddoppiata, i costi per i mangimi degli animali sono esplosi. Molti rinunceranno al mais perché è troppo caro coltivarlo, punteranno sul girasole. E il blocco dei tir..."

Aumento vertiginoso del costo dei concimi chimici e difficoltà nell’approvvigionamento. Sono queste le spade di Damocle sulle teste degli agricoltori nell’ultimo periodo. Vero che i rincari erano già iniziati nei mesi scorsi, ma adesso i prezzi stanno volando alle stelle anche per colpa delle conseguenze su tutta l’economia della guerra in Ucraina.

"Faccio l’esempio dell’urea, a base di azoto, e del fosfato biammonico, che se fino all’anno scorso costavano attorno ai 4050 euro al quintale, adesso non si trovano a meno di 120130 euro al quintale – racconta Paolo Giorgi, vice presidente di Coldiretti Pistoia, che sul territorio provinciale coltiva 100 ettari fra proprietà e affitto con 80% a mais e 20% a girasole – E’ salito pure il prezzo del seme e in più bisogna tenere presente anche dell’ascesa della spesa per il gasolio agricolo. Prima pagavamo 50 centesimi al litro, mentre in questo momento siamo arrivati a esattamente un euro in più al litro. E quando hai uno o più trattori e lavori in un’azienda come la mia in aperta campagna, a consumare fra i 600 e 700 litri di carburante al giorno si fa in fretta".

Diverso, fortunatamente per Giorgi, è il quadro a livello di bolletta: "I rincari da questo punto di vista non li ho avvertiti in maniera clamorosa, però è chiaro che se sommiamo tutto, le spese a fine mese risultano davvero esorbitanti. Con lo scoppio del conflitto in Ucraina, la situazione è peggiorata drasticamente e non sappiamo onestamente quando potrà interrompersi questa tendenza. Scendendo più nello specifico, so che molti coltivatori per adattarsi allo scenario attuale prediligeranno il girasole rispetto al mais, perché c’è una differenza di costi di produzione di oltre il 50%".

La preoccupazione raddoppia quando si parla di approvvigionamenti: "A fine mese dovremmo cominciare a seminare, ma allo stato attuale delle cose bisogna fare i conti con l’assenza dei concimi – sottolinea Giorgi – Sono due settimane che ho fatto degli ordini e ancora non mi è arrivato nulla. Attenzione poi, perché se dal 4 aprile sarà confermato il blocco degli autotrasportatori, allora saremmo in guai seri".

Spostando il discorso sul fronte allevamento, la musica non cambia: "Nell’azienda mia e di mio fratello, Le Corti di Pieve a Nievole, si allevano limousine (bovini da carne, nda) e il prezzo delle materie prime per dar loro da mangiare è cresciuto del 140150%. Invece quello del nostro prodotto è rimasto sostanzialmente invariato. E’ salito sì, ma solo del 5%, anche perché se applicassimo un rincaro più corposo, non riusciremmo a venderlo. Quindi niente in confronto a quelli che sono stati gli aumenti imposti dalla grande distribuzione. Inoltre, abbiamo pure problemi nel ricevere le materie prime. Insomma, le criticità non mancano".

Francesco Bocchini