REDAZIONE PISTOIA

Il coraggio secondo i bambini: nasce il gioco di società a distanza

L'idea di mamma Irene e della piccola Sydney: "Nessuna didattica o iniziative per la fascia d'età prescolare, ci siamo arricciate le maniche"

Il gioco ideato da mamma e figlia

Pistoia, 7 maggio 2020 - “Andrà tutto bene”… o forse no. Perché arriva un’età dei bambini in cui nascondere la verità, con il suo bagaglio di storie tristi e di lutto, è impossibile oltre che ingiusto. Nasce così l’idea di mamma Irene e della piccola Sydney, 6 anni compiuti da poco: il “Gioco del coraggio”, un passatempo da condividere con i compagni di scuola, la Marino Marini, riflettendo sul momento e guardandolo per quel che è veramente. Ma è anche una risposta a una carenza che si fa sempre più evidente, quella di iniziative a distanza che possano impegnare quella fascia d’età lasciata a se stessa, quella che va da 0 a 6 anni, per la quale non esiste in assoluto nessuna disposizione didattica.

“I nostri figli – spiega Irene con una punta di amarezza – si sono visti mancare all’improvviso la loro quotidianità, i loro punti fermi, le loro storie, gli affetti le amicizie. Le famiglie fanno il possibile, ma non sempre questo possibile è abbastanza”. E così arriva il gioco inventato da mamma e figlia, un gioco che chiama i bimbi a riflettere su cosa sia il coraggio, che con innocenza e spontaneità danno ciascuno la propria interpretazione. Si scopre allora che coraggio per i bambini è “non avere paura di niente nel mondo”, “quando un uomo che è a casa è andato nella giungla, incontra un gorilla e non ha paura”, “essere coraggioso vuol dire fare tutto da solo, combattere il virus, non avere paura del virus e di niente”, “vuol dire fare gli esami del sangue”. “Oggi più che mai – conclude mamma Irene – prima di creare falsi sogni dicendo che tutto andrà bene, mi sono sentita di insegnare a mia figlia che dobbiamo essere coraggiosi e consapevoli”.