Spia le giocatrici con una telecamera nascosta negli spogliatoi. Nei guai un allenatore

La vicenda si è consumata all’interno di una squadra di pallavolo di Pistoia. La procura chiede tre anni di squalifica, il tribunale ne infligge sei

Sul fatto indagano i carabinieri (foto Ansa)

Sul fatto indagano i carabinieri (foto Ansa)

Pistoia, 24 maggio 2024 – Aveva preparato tutto nei minimi dettagli, occultando la telecamera all’interno di un pacchetto di merendine che poi aveva piazzato su uno dei termosifoni dello spogliatoio. L’intento, a detta sua, era quello di ascoltare quello che le giocatrici, tesserate per una società di pallavolo di Pistoia, dicevano di lui, ma in realtà l’oggetto che l’allenatore aveva nascosto le stava riprendendo nella loro intimità ed era pronto a catturare immagini che nessuno avrebbe dovuto vedere. 

Sono state le giocatrici (tutte maggiorenni) di un’altra squadra, che ha usufruito degli stessi spogliatoi successivamente, ad accorgersi della telecamera che il coach aveva nascosto per spiarle. L’oggetto era avvolto in della carta igienica ed era stato accuratamente inserito nell’involucro delle merendine per far sì che nessuno lo notasse. Era acceso e quindi pronto a riprenderle mentre si preparavano per fare la doccia dopo l’allenamento.

L'allenatore, un giovane del luogo, è quindi finito davanti al tribunale federale della Fipav, che lo ha condannato a sei anni di squalifica. Ma non è escluso che la vicenda possa avere anche risvolti di altro tipo, sebbene al momento non ci siano prove della diffusione delle immagini che sono state registrate.

I fatti, neanche smentiti dall’incolpato, risultano pienamente provati dalle denunce proposte dalle atlete alle autorità e dalle testimonianze scritte. Sono state loro, una volta trovata la telecamera, ad allertare i responsabili della palestra e a chiamare le forze dell’ordine, che ne hanno disposto il sequestro. Una volta accertato che il proprietario era proprio l’allenatore, sono stati sequestrati anche il suo telefono e il computer. 

Le versioni date dall’incolpato alle forze dell’ordine e poi riferite alla società di appartenenza risultano discordanti. In prima battuta ai carabinieri intervenuti veniva riferito che la telecamera era stata rubata, poi ha dichiarato che era stata lasciata nello spogliatoio per la ricarica. Una ricostruzione che però mal si concilia però con il fatto che la telecamera fosse nascosta in una scatola ed avvolta nella carta igienica; inoltre il mezzo di ripresa risultava acceso e quindi

in fase di ripresa.

L’allenatore si sarebbe detto pentito del gesto, ma questo non gli ha evitato una squalifica pesantissima. Ancora non è chiaro se ci saranno anche dei risvolti penali, quel che è certo che il tribunale federale ha inflitto sei anni contro i tre chiesti dal procuratore.