Ghosh "Le disuguaglianze alimentano le crisi"

Allo scrittore e antropologo indiano è andato il premio internazionale dei “Dialoghi di Pistoia“. Poi il confronto con Di Paolo

Ghosh "Le disuguaglianze alimentano le crisi"

Ghosh "Le disuguaglianze alimentano le crisi"

A una verità non si può sfuggire, che "siamo legati mani e piedi alle risorse di questo pianeta: pensare che il genere umano sia indipendente, abbia tagliato i vincoli con l’ambiente naturale è un’illusione. Una delle tante che coltiviamo riguardo al mondo circostante". E poi ancora: "Sono le disuguaglianze in genere che alimentano la grande crisi ambientale che stiamo vivendo". Sono considerazioni frutto di anni di incontri, studi, viaggi e approfondimenti quelle di Amitav Ghosh, offertosi alla stampa in ragione dell’attribuzione del Premio internazionale Dialoghi per raccontare il senso di una ricerca che lo impegna da sempre, andando a scovare nelle piccole cose – una noce moscata, il papavero da oppio – per trovare le grandi risposte.

A lui la giuria ha assegnato il Premio in ragione della sua capacità di "comunicare le conoscenze antropologiche a un ampio pubblico di non specialisti, attraverso libri affascinanti e sempre intrisi di grande umanità, e per essere stato tra i primi a mettere al centro dei suoi interessi le questioni del riscaldamento globale, il rapporto tra umani e non-umani, il protagonismo dei non-umani nella storia, la decolonizzazione dei saperi".

"Neppure nei secoli bui del Medioevo si sono viste disuguaglianze così forti come le vediamo oggi – ha detto Ghosh –. Ed è proprio a causa di quelle disuguaglianze che la crisi ambientale si sta aggravando. Fintanto che chi abita continenti come Asia o Africa aspirerà a raggiungere il tenore di vita di cui si gode nei paesi ricchi o benestanti, non faremo che allargare la nostra impronta di carbonio su questo pianeta".

Nella immaginaria ‘caccia al colpevole’, l’indice non può non essere puntato contro tutte le opere di ingegnerizzazione del paesaggio, come ponti, dighe canali: "Interventi così massicci hanno delle conseguenze e le stiamo vedendo una per una infallibilmente. Puoi buttare al tappeto l’elefante, pur con sforzo, ma quando quello si rialzerà tu, uomo, avrai chiuso. Ed è quanto penso di fronte ad accadimenti come siccità o nubifragi, esondazioni e incendi spontanei indomabili". Spazio poi alle parole - "io non uso il termine ‘natura’, introduce un dualismo che va superato" -, ai testi che maggiormente hanno inciso nel dibattito - "l’Enciclica Laudato sì, il più importante contributo scritto sul tema. Alcune scuole lo hanno persino adottato come testo" -, la spiritualità - "ci sono luoghi sulla Terra dove le popolazioni indigene camminando in una foresta chiedono ‘permesso’" - e l’istruzione. "In Italia è stato obbligatoriamente introdotto l’insegnamento del cambiamento climatico. In generale vedo che si stanno creando sempre più dipartimenti legati alle tematiche ambientali. A Singapore ci sono ben tre atenei che hanno aperto ciascuno una facoltà di studi ambientali. E sono i più frequentati, quelli che stanno crescendo a un ritmo più rapido rispetto agli altri".

Ghosh ha ritirato il premio (deciso da una giuria composta da Lorenzo Zogheri e Cristina Pantera per la Fondazione Caript, Giulia Cogoli ideatrice dei Dialoghi e i consulenti scientifici della rassegna Adriano Favole e Marco Aime) ieri sera, in piazza Duomo, ed è stato subito dopo protagonista di un ‘dialogo’ a due voci assieme allo scrittore Paolo Di Paolo sul tema "Voci non umane, storie più che umane".

linda meoni