Foto hard su siti d’incontri Ma lei era una "camgirl" L’ex assolto in appello

I giudici della Corte hanno parzialmente riformato la sentenza di primo grado: "Non ci fu revenge porn, perché quelle immagini non avevano natura privata".

Foto hard su siti d’incontri  Ma lei era una "camgirl"  L’ex assolto in appello

Foto hard su siti d’incontri Ma lei era una "camgirl" L’ex assolto in appello

Assolto dal reato di "revenge porn", perché il fatto non sussiste. Quel ricatto non sarebbe mai potuto avvenire, semplicemente perché quelle foto intime dell’ex fidanzata erano già state diffuse dalla stessa che le avrebbe vendute insieme a video sessualmente espliciti su siti d’incontri. E’ per questo che i giudici della Corte d’Appello di Firenze hanno parzialmente riformato la sentenza di primo grado per un 30enne pistoiese, accusato di stalking, diffamazione e del reato di "revenge porn" (articolo 612 ter del codice penale). Secondo i giudici d’appello il reato di revenge porn non si sarebbe potuto integrare, dunque il fatto non sussiste, semplicemente perché quelle foto non avevano natura privata. La condanna iniziale era stata di due anni e 8 mesi, ma in appello l’uomo ha avuto una sentenza più lieve a un anno e 4 mesi.

Il caso lo avevamo raccontato sulle pagine del nostro giornale esattamente un anno fa. La donna aveva denunciato il suo ex dopo la fine della loro relazione per stalking e per aver subito un ricatto sessuale. Secondo il racconto di lei, l’uomo, 30 anni pistoiese, sarebbe arrivato a minacciarla di morte: le scriveva che se l’avesse incontrata per strada l’avrebbe sfregiata con l’acido o peggio l’avrebbe accoltellata. Ma poi, la vendetta si sarebbe spostata su un altro fronte.

L’uomo, infatti, avrebbe creato un falso profilo social, anzi diversi, utilizzando la foto e i dati della sua ex fidanzata e presentandola come persona disponibile ad incontri sessuali. E lei sarebbe stata tempestata di telefonate di uomini sconosciuti che le chiedevano un appuntamento. Per questo si era decisa a denunciare i fatti, affidandosi all’avvocato Mirella Rechichi di Firenze. L’uomo, difeso dagli avvocati Luca Betti e Costanza Malerba del foro di Prato, aveva scelto il rito abbreviato ed era stato condannato in primo grado a due anni e 8 mesi. Le indagini erano state svolte dai carabinieri, che avevano poi disposto la rimozione di tutte le immagini dai vari social (soprattutto Facebook e Instagram).

Durante il processo, i legali di lui però avevano sempre sostenuto la tesi che quelle foto fossero state già condivise dalla ragazza su siti pubblici a sfondo sessuale. La ragazza era attiva su vari siti nei quali operava come "camgirl" e "mistress" e vendeva foto e video sessualmente espliciti. I giudici hanno sostituito la pena in detenzione domiciliare (sostituzione resa possibile dall’entrata in vigore della riforma Cartabia).

M.V.