Florovivaismo, il settore regge bene. I dati del Monitor portano vitalità

Il distretto si è mantenuto sostanzialmente invariato nel 2023 rispetto a cartario, mobile e calzaturiero

Il florovivaismo pistoiese tiene: è questo uno dei dati relativi al 2023 che emerge dal Monitor dei distretti della Toscana realizzato dalla Direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo. Le esportazioni complessive del distretto pistoiese dell’ultimo anno sono state pari a 636,5 milioni di euro, in calo del 4,3% rispetto all’anno precedente. Perdono, in varie misure, le altre eccellenze locali rappresentate da cartario, mobile e calzaturiero, a testimonianza delle difficoltà del momento. Sostanzialmente invariato, invece, il florovivaismo che fa registrare un modesto -0,2% rispetto all’anno precedente: in termini assoluti le esportazioni sono calate dai 358,1 milioni del 2022 ai 357,4 del 2023. Un buon dato, dunque, che testimonia la vitalità del settore, come sempre al centro dell’interesse internazionale (vedere per credere la recente visita del Capo di Stato del Tagikistan per i numerosi progetti ’green’ in corso di realizzazione nel paese ex sovietico). Sempre per quanto il florovivaismo il paese ‘re’ delle esportazioni è la Francia, che precede Germania, Regno Unito, Paesi Bassi e Svizzera. Venendo al distretto delle calzature di Lamporecchio, il 2023 ha fatto registrare esportazioni per 109,2 milioni di euro, in calo del 4,9% rispetto ai 114,8 milioni dell’anno precedente. Il mobile di Quarrata nel 2023 ha fatto valere in termini di export una cifra pari a 71,4 milioni di euro contro i 77,8 del 2022. Per quanto riguarda il distretto cartario, infine, la cifra assoluta dell’export è crollata a 98,5 milioni di euro dai 114,3 del 2022.

La bontà dei numeri dell’export verde è testimoniata anche dal podio regionale nelle esportazioni dell’agroalimentare: comanda Firenze a quota 900 milioni, segue Siena con 667 e quindi Pistoia con 584. Tre province che contribuiscono da sole al 60% del valore di tutte le esportazioni agroalimentari toscane. Lo rileva Coldiretti Toscana in base a dati Istat, che traccia una classifica a livello regionale. Il loro, è stato un apporto fondamentale allo storico record di prodotti all’estero che nel 2023 hanno sfiorato i 3,5 miliardi di euro di valore con un balzo del 5% rispetto all’anno prima. Ai piedi del podio si posizionano al quarto posto Lucca (358 milioni) mentre al quinto troviamo Arezzo (282). Poi tutte le altre: Livorno (246), Grosseto (230), Pisa (169), Prato (27) e Massa Carrara (3,5). Il vino è il prodotto regionale più richiesto con quasi 1,2 miliardi di euro (-4%) insieme all’olio e derivati con 996 milioni di euro (+16,6%) e al settore del vivaismo, appunto, con 375 milioni di euro (-0,5%), quasi interamente di marca ’pistoiese’. Il primato del Made in Tuscany all’estero è trainato da un’agricoltura tra le più green d’Europa, con il 34% delle superfici biologiche e quasi 10mila operatori impegnati, 467 specialità alimentari tradizionali e 90 filiere del cibo e del vino Dop e Igp sostenute dal progetto di Campagna Amica.

albe