Festa della Bugia. La preselezione premia Bertini

Maria Teresa Bertini vince la selezione montana del Premio della Bugia con una storia ispirata alla poetessa pastora. Michela e Marianna Nesti si piazzano al secondo posto con un racconto su un cinghiale affamato. Diego Prioreschi ottiene il bronzo con un'aneddoto sul simbolo del suo paese.

Festa della Bugia. La preselezione premia Bertini

Festa della Bugia. La preselezione premia Bertini

Conclusa con successo la selezione montana del Premio della Bugia, davanti a un salone del progetto MoToRe completamente riempito si sono esibiti, guidati dall’ormai esperto Fausto Livi, in dodici esilaranti storie gli aspiranti Bugiardi, in palio un posto per esibirsi sul palco dell’edizione numero 48 della manifestazione, che si svolgerà ad agosto come da tradizione, nella piazza principale del paese. Ad aggiudicarsi la vittoria è stata Maria Teresa Bertini, in rappresentanza del Centro Studi Beatrice di Pian degli Ontani, con una bugia, in parte recitata e in parte cantata, ispirata alla poetessa pastora, in cui racconta di come ha visto fare agli abitanti di Abetone per conservare la neve in estate, sotto sale e in barattoli, ottenendo il consenso del pubblico oltre che quello della giuria presieduta dal direttore dell’Ecomuseo, Lorenzo Vagaggini, e composta da Alice Sobrero, assessora nel comune di San Marcello-Piteglio, da Andrea Nannini, collaboratore de La Nazione, e da Danilo Malerba, Bugiardino d’oro 2022.

La piazza d’onore è spettata a Michela e Marianna Nesti, rappresentanti dell’Agriturismo I Taufi, non nuove a esibizioni di successo nel campo della bugia nonostante siano entrambe under 14 anni, le due hanno raccontato di uno strano cinghiale che, affamato, ha mangiato un piatto di pasta in loro compagnia: le famose pappardelle col Cinghiale. Medaglia di bronzo per Diego Prioreschi, membro dell’Unione di Bardalone. Ha svelato il perché il simbolo del suo paese sia un leone: "Lo ha donato la regina Vittoria – ha spiegato – perché quando veniva in villeggiatura qua si era invaghito di un abitante locale. Difatti i leoni sullo stemma araldico dell’Inghilterra un tempo erano quattro e non tre".