REDAZIONE PISTOIA

Escursionisti e guide: il Cai insegna cosa fare

Dalle attrezzature alle strategie per evitare comportamenti a rischio. Il presidente: "Servono le conoscenze per ridurre gli interventi"

Sono iniziati i corsi del Club Alpino sulla sicurezza in Montagna. Il primo di questi riguarda appassionati e camminatori in genere, con durata fino al 6 marzo, organizzato dalla Scuola Intersezionale Appennino Tosco Emiliano. Il titolo è "Escursionismo in ambiente innevato" e val la pena di segnalare che, a dispetto della mancanza del manto bianco sulle piste, sui sentieri in quota i tratti ghiacciati non mancano e vecchie tracce di valanghe sono numerose. "Giusto questa mattina-ci racconta Alessandro Bini, presidente del Cai Maresca- ho fotografato la traccia di una valanga dal fronte non trascurabile nella zona a valle della Nevaia in direzione del Monte Gennaio. Gli stessi pericoli non ci sono dovunque, ogni zona ha una sua storia. Per chi fa escursionismo in zone a rischio, è bene ricordare che c’è l’obbligo di portare pala, sonda e Artva (il rivelatore della posizione), e il corso serve a sottolineare che in montagna si viaggia, indipendentemente dalla stagione, con la S della sicurezza scritta maiuscola, quindi atteggiamenti, attrezzature ed equipaggiamenti in grado di garantire la massima sicurezza".

A seguire inizieranno due corsi per accompagnatori, il primo avrà inizio il 22 di questo mese e riguarderà le guide, programmato dall’Organo Tecnico Territoriale Operativo e realizzato dalla Scuola Regionale Escursionismo Toscano, si svolgerà completamente in ambiente esterno e sarà improntato a lezioni prevalentemente pratiche, al termine i partecipanti potranno acquisire la qualifica di accompagnatori. Il terzo corso invece è rivolto a guide già formate che dovranno, essere a loro volta i futuri istruttori specializzati in materia. Da marzo a maggio ci saranno corsi per accompagnatori lungo le vie ferrate.

"Non è solo una questione di neve-prosegue la riflessione di Alessandro Bini,- anche se d’inverno è più facile parlare di questa, i corsi servono a rendere gli escursionisti coscienti dei pericoli. Ci sono due tipi di pericoli, quelli oggettivi, legati all’ambiente e quelli soggettivi, legati a comportamenti o ad attrezzature sbagliate, almeno questi ultimi vanno eliminati preliminarmente". Ogni anno ci sono numerosi interventi salvavita effettuati dai volontari del Soccorso Alpino Speleologico Toscano, i numeri parlano di oltre un centinaio, spesso in condizioni estreme, i tecnici del Sast, più volte mettono a rischio la propria incolumità. Non mancano gli esempi in cui i tecnici del Sast hanno risolto situazioni apparentemente impossibili. Avendo escursionisti consapevoli questi interventi andranno a ridursi drasticamente, con maggior tranquillità per tutti".

Andrea Nannini