![In foto un’operatrice del settore In foto un’operatrice del settore](https://www.lanazione.it/image-service/view/acePublic/alias/contentid/N2Y4OGEyODgtYzY3NC00/0/detenuti-affetti-da-hiv-cure-anche-in-carcere.webp?f=16%3A9&q=1&w=1280)
In foto un’operatrice del settore
PISTOIA
Ancora più vicini e presenti perché la detenzione in carcere non ostacoli né rallenti in nessun modo la cura dei soggetti affetti da Hiv. Potrà accadere grazie a un bando che l’Azienda Sanitaria Toscana Centro si è aggiudicata a riconoscimento della bontà di un progetto che prevede lo sviluppo di un modello di assistenza condiviso tra gli istituti penitenziari aziendali, compresa anche la struttura di Santa Caterina in Brana, a Pistoia. Grazie al progetto saranno potenziati gli obiettivi di tutela della salute negli istituti di detenzione previsti nell’ambito dei Servizi Sanitari Penitenziari della Regione Toscana, coordinati da Mauro Romilio, direttore della Soc Tutela Sanitaria negli istituti di detenzione di Firenze. In pratica la figura individuata si troverà a seguire e applicare un modello che interviene sugli step più critici del percorso di una persona con Hiv in regime di detenzione, a partire dalla velocizzazione dei passaggi per la presa in carico e a cascata per quel che riguarda le possibili criticità presenti, come la barriera culturale e linguistica o la presenza di malattie legate alla dipendenza da sostanze, coordinando gli interventi dei diversi professionisti coinvolti. Nell’ambito del progetto è prevista anche l’organizzazione di momenti di informazione e prevenzione relativi all’infezione a HIHiv rivolti alla popolazione detenuta. In Toscana gli Istituti Penitenziari dell’Azienda Usl Toscana centro (Firenze, Prato e Pistoia) costituiscono i centri con maggiore numero di detenuti, circa 1300 in totale. Le malattie infettive rappresentano il secondo gruppo di patologie per prevalenza all’interno della popolazione detenuta; il dato relativo all’Hiv è del 5,1% della popolazione carceraria italiana.
"Siamo molto soddisfatti di questa premiazione che va a potenziare il progetto di salute già esistente all’interno degli istituti penitenziari – commenta la dottoressa Elena Salomoni, dirigente medico responsabile del progetto - Il prossimo passaggio verso la sua attuazione sarà un bando per assegnare il premio a una figura professionale dedicata che avrà compiti finalizzati all’ottimizzazione dei percorsi assistenziali, con particolare riferimento a progettualità per il miglioramento del "counseling", dell’aderenza alla terapia, della salute mentale e della qualità di vita, nonché per assicurare continuità della cura dopo la scarcerazione".
linda meoni